Draghi va allo scontro con i sindacati sulla legge di bilancio, possibile sciopero generale
“Non mi aspettavo un intervento tanto polemico”, è stato uno dei commenti con cui Mario Draghi ieri ha espresso il suo disappunto durante il fallimentare incontro con i sindacati, tenuto a due giorni dal consiglio dei ministri che dovrà dare il via libera alla prossima legge di bilancio. Un incontro teso quello con i leader di Cgil, Cisl e Uil, che il presidente del Consiglio ha abbandonato dopo meno di due ore per un altro impegno “programmato”. Con i segretari delle tre sigle confederali il governo non ha trovato alcun accordo su ammortizzatori sociali, taglio delle tasse e soprattutto pensioni, tema caldo nelle trattative per la prossima manovra anche con i partiti della maggioranza, in particolare la Lega.
I sindacati si sono schierati contro il ritorno al regime previsto dalla legge Fornero del 2011, che prevede la pensione di vecchiaia ad almeno 67 anni di età, come voluto invece da Draghi, e chiedono una riforma strutturale del sistema pensionistico dopo la fine di “Quota 100”. La misura promossa dalla Lega durante il primo governo Conte, che consentiva temporaneamente di andare in pensione a 62 anni di età con 38 anni di contributi, non sarà rinnovata dall’ex presidente della Banca centrale europea e dovrebbe essere sostituita da un graduale aumento dell’età pensionabile nei prossimi due anni.
“Siamo di fronte a una manovra molto importante”, ha detto Maurizio Landini dopo l’incontro, ipotizzando nuove mobilitazioni “se il governo confermerà questa impostazione”. “Non è più accettabile che la crescita continui a creare lavoro precario”, ha detto il segretario generale della Cgil, ribadendo che sono necessari “salari dignitosi” e un “lavoro non precario ma stabile” per poter tenere in piedi il sistema pensionistico. “Valuteremo quello che il governo [farà giovedì] e decideremo le iniziative di mobilitazione più adatte anche con Cisl e Uil”, ha detto Landini.
“L’incontro non è andato bene”, ha riassunto il segretario generale della Uil Pier Paolo Bombardieri, contestando su tutta la linea le misure al vaglio del governo. “Ci sono alcune risposte parziali e positive sulla riforma degli ammortizzatori sociali, ma secondo noi le risorse stanziate, tre miliardi, sono insufficienti”, ha continuato spiegando che sul taglio delle tasse il governo non ha scelto come allocare gli 8 miliardi stanziati, e lascerà al parlamento la possibilità di decidere dove impegnarle. “Sulle pensioni non c’è neanche una scelta: c’è solo la decisione di stanziare 600 milioni e confermare Opzione Donna e l’Ape sociale”, ha detto facendo riferimento agli strumenti che consentono rispettivamente la pensione anticipata per le donne e per chi svolge in alcuni lavori considerati usuranti.
Proprio l’intervento di Bombardieri avrebbe suscitato la dura risposta di Draghi durante l’incontro di ieri sera. “Non mi aspettavo un intervento tanto polemico, con 3 miliardi sugli ammortizzatori sociali e 8 sulla riduzione delle tasse, mi sarei aspettato un atteggiamento diverso. La manovra è un pacchetto corposo di misure”, avrebbe detto il presidente del Consiglio secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. Oggi è previsto un altro incontro, in cui però non si discuterà della manovra. L’appuntamento sarà con i sindacati europei nell’ambito del G20 del lavoro.