È durato un “niente” l’appello di Mario Draghi ai ministri a parlare solo con i fatti. Nelle ore in cui prepara il discorso sulla fiducia in Parlamento, la larghissima maggioranza di cui dispone è già piena zeppa di palesi distinguo e conflitti sotterranei. E la tensione è arrivata alle stelle quando i partiti hanno saputo che Super Mario vuole tenere per sé almeno quattro posti tra viceministri e sottosegretari.
Insomma, un tesoretto di fedelissimi da sottrarre all’ingordigia dei partiti. A Palazzo Chigi, però, si stanno già muovendo per sistemate anche un altro tipo di poltrone, quelle che “contano” veramente. Una su tutti, la delega ai servizi segreti.
Già, perché Mario Draghi starebbe pensando di tenere stretta nelle sue mani l’autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Esattamente come avrebbe voluto fare (e per un abbondante periodo di tempo ha fatto) un certo Giuseppe Conte.
Per la delega di Palazzo Chigi all’editoria, invece, si fa il nome del super tecnico Mauro Masi, profondo conoscitore della materia. Ma sarebbe in rampa di lancio anche una delega per la riforma del fisco: in pole position c’è Ernesto Maria Ruffini attualmente al vertice dell’agenzia delle entrate.
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