“Saluto con grande soddisfazione l’accordo sulla tassazione delle multinazionali raggiunto oggi a Londra dai ministri delle finanze del G7. È un passo storico verso una maggiore equità e giustizia sociale per i cittadini”. Con questa nota, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha espresso il suo favore nei confronti dell’imposta minima del 15 per cento sugli utili di multinazionali come Amazon e Google.
L’accordo trovato al G7 è stato salutato con favore anche dal ministro dell’Economia Daniele Franco: “La proposta si basa su due pilastri: un’aliquota minima di almeno il 15 per cento per tutte le multinazionali e l’intenzione di tassare il 20 per cento della quota eccedente il dieci per cento dei profitti nei Paesi in cui vengono realizzati”, ha detto Franco, aggiungendo che per far entrare a regime questa nuova imposta ci vorranno “alcuni anni”.
Il comunicato diramato dai ministri delle Finanze del G7 dopo aver raggiunto l’intesa recita: “Ci impegniamo a raggiungere una soluzione equa sull’assegnazione dei diritti di tassazione, con i paesi di mercato assegnati diritti di tassazione su almeno il 20% dei profitti che superano un margine del 10% per le imprese multinazionali più grandi e che generano più profitti”.
L’intesa giunge sulla spinta delle iniziative portate avanti dal governo Usa di Joe Biden, che poco dopo il suo insediamento aveva chiarito l’intenzione di voler introdurre una tassazione per le grandi multinazionali.
Oltre a quella di Draghi, si registrano reazioni positive anche da altri leader politici italiani, a partire dal segretario del Pd Enrico Letta, che ha parlato di “buone notizie”, aggiungendo che la tassazione alle multinazionali rappresenta “la strada giusta” da seguire.
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