Draghi sul gas russo: “Siamo coperti fino a ottobre. Meglio la pace o il condizionatore acceso?”
“È chiaro che la guerra in Ucraina ha causato un peggioramento delle prospettive di crescita”. Lo ha detto ieri Mario Draghi dopo l’approvazione del Documento di economia e finanza (Def) da parte del governo, che prevede per quest’anno una crescita del 3,1 percento, in forte ribasso rispetto al 4.7 percento stimato in precedenza.
“Faremo tutto quello che è necessario per aiutare famiglie e imprese” all’interno di una cornice di regole sui conti europee, ha detto Draghi. “La disponibilità del governo è totale”, ha aggiunto il capo del governo che ha più volte invocato l’unità della maggioranza per riuscire a far fronte alla nuova emergenza.
“Il governo e le forze politiche sono un tutt’uno agli occhi degli italiani in questo momento difficile”, ha evidenziato Draghi. “I cittadini se devono scegliere tra la riaffermazione delle identità dei partiti o l’unità d’intenti nell’esecuzione del governo, sono certo che scelgono la seconda piuttosto che la prima”, ha ribadito.
Il Def, approvato ieri all’unanimità dal governo, prevede nello scenario più sfavorevole una crescita dello 0,6 percento per quest’anno, nel caso di un blocco delle esportazioni russe di gas e petrolio. I risultati della simulazione mostrano una caduta del Pil in confronto allo scenario tendenziale (2,9%) di 2,3 punti percentuali nel 2022.
Secondo Draghi però il blocco delle importazioni di gas non è ancora all’orizzonte. “L’embargo sul gas non è ancora, e non so se lo sarà mai, sul tavolo”, ha detto ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha parlato però di “situazione in divenire” in relazione alle atrocità commesse dalle forze russe come quelle emerse a Bucha. “Se ci propongono un embargo sul gas noi saremo ben contenti di seguire”, ha detto il presidente del Consiglio. “Ci chiediamo se il prezzo del gas potrà essere scambiato con la pace”, ha continuato. “E lei cosa si risponde”, ha poi aggiunto, rivolto al giornalista de Il Fatto Quotidiano che gli aveva chiesto una domanda sui razionamenti, “preferisce la pace o il condizionatore acceso?”
L’ipotesi di razionamenti dell’energia è stata smentita seccamente dal presidente del Consiglio. “Non c’è niente di questo”, ha detto Draghi. “Fino a ottobre siamo coperti dalle nostre riserve e dalla nostra produzione, le conseguenze non le vedremo fino all’autunno”.
Tra le misure da stabilire a livello europeo, Draghi ha sostenuto ancora una volta l’introduzione di un tetto ai prezzi del gas, definito “la cosa più razionale da fare”. “L’Europa come tale ha un potere di mercato straordinario”, ha affermato, sostenendo che l’UE “di fatto è l’unico compratore, ha un forte potere di mercato”.
Per quanto riguarda il deficit, il Def approvato ieri prevede un tasso del 5,6 percento rispetto al Pil, con “un margine di azione per la politica economica di circa mezzo punto percentuale”, secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Economia Daniele Franco. “Il 2021 si è chiuso bene con una crescita del 6,6 per cento e con un indebitamento pubblico inferiori alle attese: il rapporto tra il debito è prodotto è sceso di 4 punti percentuali”, ha detto Franco.
Per affrontare le sfide dei prossimi mesi, Draghi ha sottolineato l’importanza dell’incontro con i sindacati previsto per oggi. “È un momento importante perché l’economia italiana si trova attaccata su più fronti: l’inflazione, la mancanza di materie prima, il caro energia, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento. E poi c’è la guerra, la scelta da che parte stare…”, ha detto Draghi. ““La cosa più naturale è vedere se la risposta non possa arrivare da tutti, da governo e parti sociali se si può discutere di un quadro complessivo per vedere se si riesce a trovare strada comune”.
“Ho molta fiducia nella capacità delle forze di maggioranza di capire la situazione”, ha ribadito, battendo sempre il tasto sul tema dell’unità della maggioranza. “Queste battaglie identitarie, portano a quale risultato? Che le istituzioni del paese non possano rispondere alle esigenze del paese”, ha aggiunto. “Credo che prevalga uno spirito costruttivo”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. “Le sembrerò ingenuo, la penso così”. Secondo Draghi, l’opposizione della Lega alla delega fiscale “era prevista”. “L’ultima volta ha prevalso il governo, speriamo che succeda ancora”.
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