Mario Draghi sarebbe pronto al bis. A sostenerlo è oggi il Giornale. Il presidente del Consiglio – apparso ieri in pubblico con rinnovata fiducia nel suo esecutivo e usando toni carismatici – starebbe valutando di andare avanti oltre il 2023 (data di scadenza dell’attuale esecutivo). Si candiderà alle prossime elezioni? Vedremo. Tra dicembre e gennaio Draghi aveva lasciato ampiamente intendere di essere stanco del suo ruolo e di volersi trasferire al Quirinale, ieri invece ha dato l’impressione di aver ritrovato i panni del “leader navigato” finalmente pronto a riprendere in mano le redini del Paese, scrive il quotidiano, complice forse anche la guerra in Ucraina che ha congelato qualunque scenario interno.
Un premier ecumenico che si è rivolto a tutti senza lesinare ringraziamenti, dai suoi ministri alla Sanità e agli Affari regionali, Speranza e Gelmini, al coordinatore del Cts Locatelli e il generale Figliuolo, ai “bravissimi” cittadini italiani.” Secondo il Giornale però, la summa del nuovo ecumenismo di Draghi si è verificata quando ha preso le difese di Matteo Salvini dopo la “figuraccia” in Polonia e la frecciata arrivata ieri dal premier spagnolo Sanchez, in cui associava il leader della Lega ai politici di estrema destra Marine Le Pen e Santiago Abascal. “Salvini sostiene un governo europeista,” ha risposto il premier italiano senza scomporsi.