“Non servirà nessuna cabina di regia o dei capi delegazione, sarà Mario Draghi a farsi ‘sentire’ e ad incontrare, se sarà necessario, i leader dei partiti che compongono la maggioranza di governo per chiarire le cose ove ce ne fosse bisogno”, spiegano dall’entourage del neo Presidente del Consiglio.
C’è timore, infatti, anche dalle parti di Palazzo Chigi, per le reazioni che potrebbero venire nelle prossime settimane e mesi dai partiti, in vista dei provvedimenti da prendere. Per questo si mettono le mani avanti e si fa sapere che se ne occuperà direttamente Mario Draghi, un modo anche per “intimidire” leader e leaderini che volessero alzare troppo la voce.
Come a dire, “se esagerate ve la dovrete vedere direttamente con me”. “Mario Draghi non ha esperienza politica diretta, però conosce perfettamente il sottobosco capitolino e sa benissimo a quali rischi va incontro”, spiega chi ha avuto modo di parlarci negli ultimi giorni.
Per questo, d’accordo con il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha voluto sin dall’inizio allargare il più possibile la maggioranza in modo da poter attuare la classica “politica dei due forni” di andreottiana memoria: “Per acquistare il pane, cioè per fare la politica più congeniale ai propri interessi si servirà di volta in volta di uno dei due forni a disposizione, quello di centrodestra o quello di centrosinistra”.
Ecco perché super Mario ha insistito così tanto nel voler fare entrare la robusta rappresentanza parlamentare della Lega, con buona pace delle lamentele di PD e 5 Stelle. Così avrà molto più margine di manovra.
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