E pensare che avevano cercato di recapitare il “messaggio” in tutti i modi: “Guarda, Mario è meglio che per il momento ti accontenti di fare il Ministro dell’Economia, perché se poi va male rischi di giocarti il Quirinale”. Ma super Mario non ne ha voluto sapere ed ha preferito subito il boccone più prelibato ma anche il più rischioso (palazzo Chigi) per poi da lì, con la stessa amplissima maggioranza (a cui spera si possa aggiungere in un secondo momento anche Fratelli d’Italia, ma soltanto per la corsa al Colle) tentare la scalata al Quirinale.
Insomma, c’è un’altra storia da raccontare e riguarda quello “stato profondo” sempre così attento ad ogni sospiro e riposizionamento. Perché il deep state avrebbe preferito di gran lunga Gentiloni premier e Draghi semplicemente ministro dell’Economia. Un modo per mettere al riparo super Mario in vista della corsa per la presidenza della Repubblica (se le cose fossero andate male la responsabilità sarebbe ricaduta sul premier in carica).
Invece ora in quegli stessi ambienti sempre così informati comincia a serpeggiare il timore che Mario Draghi abbia sottovalutato le difficoltà di gestione della pandemia e che tutto ciò alla lunga questo possa nuocergli per la corsa al Colle. Per questo a Palazzo Chigi hanno preferito dare un taglio netto e sostituire immediatamente tutta la filiera dell'”emergenza”: dal vertice della protezione civile al commissario.
I troppi segnali della terza ondata in arrivo, la sempre più forte diffusione delle varianti e la lentezza delle vaccinazioni hanno costretto Draghi ad un’accelerazione. “Al momento, il consenso di Mario Draghi nel paese è altissimo ma in Italia ci vuole poco per perdere popolarità. Non è detto che tra dieci mesi, quando si voterà per il Colle, sarà ancora così. Basta qualche scelta sbagliata sul terreno scivolosissimo della lotta alla pandemia e…”.
Dunque, prevenire è meglio che curare e meglio ancora è dare subito una forte “sterzata”. L’obiettivo, seppur non ufficialmente dichiarato del governo, è riuscire a neutralizzare il grosso della pandemia entro l’estate per poi consentire la ripresa economica del paese a partire dall’autunno.
Sull’altro fronte, invece, quello dell’Europa e del Recovery Plan Mario Draghi gioca in casa. Peccato però che gli effetti dei soldi investiti si vedranno soltanto nei prossimi anni. Per questo il futuro dell’ex presidente Bce si giocherà soprattutto sul terreno della lotta alla pandemia. Ed era importante intervenire subito.
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