Bisognava correre ai ripari. Agire subito. E non soltanto per le polemiche che ormai da giorni divampano nell’opinione pubblica italiana mettendo in cattiva luce il governo. Ma anche e soprattutto per un pesantissimo articolo uscito poche ora prima sulla “bibbia” dei poteri forti internazionali che rischiava di mettere a repentaglio quanto di buono fatto finora dal governo Draghi. Già, perché Mario Draghi si è deciso a convocare d’urgenza la conferenza stampa nella tarda serata di ieri per una “messa a punto” sui vaccini soltanto dopo un durissimo articolo apparso poche ore prima sul Financial Times che per la prima volta metteva duramente nel mirino le scelte del governo Draghi spingendosi addirittura a parlare di “cocktail tossico“.
L’articolo, sfuggito ai più, non poteva però passare inosservato agli occhi di un attento lettore del giornale color salmone come Mario Draghi. Le parole scritte dall’amato Financial Times, bibbia del mondo che conta, per il governo di Roma sono state un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Secondo il FT, la seconda dose di vaccino a Rna messaggero (Pfizer/BioNTech o Moderna) per gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose del vaccino di AstraZeneca “rischia di trasformarsi in un cocktail tossico per il governo di Mario Draghi” dal momento che sempre più italiani sono riluttanti al completamento del ciclo vaccinale con un siero differente.
Il Financial Times, che per la prima volta picchia duro su Mario Draghi, ha ricostruito la situazione di incertezza sortita dallo stop all’inoculazione del vaccino AstraZeneca alle persone con meno di 60 anni dopo la morte di una diciottenne per una rara forma di trombosi. “Questo ultimo cambiamento nelle linee guida ha creato il panico tra la popolazione, con migliaia di persone che hanno cancellato i loro appuntamenti vaccinali” con l’aggravante che “il governo italiano è nondimeno finito nel mirino per non averne ristretto prima l’uso per le persone più giovani e per continuare a offrire all’opinione pubblica messaggi contraddittori sul vaccino”.
Insomma, ce n’era abbastanza per intervenire d’urgenza a fronte di una vera e propria lavata di capo per l’ex presidente Bce che non poteva rimanere senza risposta. Ragion per cui è dovuto scendere in campo super Mario in persona mettendo la sua voce (e la sua faccia) al di sopra di quella del ministro Speranza e del generale Figliuolo.