In attesa del cambio di passo per le restrizioni Covid, la cui validità scade il 5 marzo, si inizia già a delineare il modello Draghi, che sembra essere più nel segno della continuità che in quello della rottura. Due i nodi principali: i colori regionali e il Cts. Il tanto discusso sistema dei tre colori resterà, ma cambieranno i parametri per classificare le Regioni. E il Comitato tecnico-scientifico continuerà a supportare il governo.
La telefonata Draghi-Merkel
Oltre queste due conferme, la grande novità è l’allineamento con l’Ue che Draghi preannuncia con una telefonata alla cancelliera tedesca Angela Merkel in vista del Consiglio europeo in videoconferenza di giovedì e venerdì. L’intento è coordinare la risposta europea alla pandemia, in particolare sulla produzione e la distribuzione dei vaccini.
Dopo i contatti del premier al G7 si tratta del primo colloquio bilaterale del presidente del Consiglio con un leader di primo piano della scena internazionale. Palazzo Chigi definisce il colloquio un “primo contatto preliminare per favorire un esercizio condiviso della gestione della pandemia da parte dei 27″. Ma che la telefonata sia partita alla volta di Berlino non è un certamente un fatto secondario. L’ex presidente della Bce riprende a tessere un filo mai abbandonato negli anni con la cancelliera tedesca, un’intesa che si è consolidata nel corso delle stagioni e che ha segnato la storia dell’Unione.
L’ultimo Consiglio
Mentre il governo bisticcia tra posizioni rigoriste e aperturiste, durante il secondo Consiglio dei ministri, il ministro della Salute Speranza ha avuto, durante l’ultimo Cdm, l’oneroso compito di condividere l’allarme per il tasso di positività salito al 5,6 e per “la variante inglese, che corre il 39 per cento più veloce delle altre e può diventare prevalente”. La preoccupazione è alta in tutta Europa, ha continuato Speranza, che teme un’impennata della curva dopo diverse settimane di plateau.
Il premier cauto
Il premier per ora non si avventura in dichiarazioni o annunci di nuovi dpcm. Draghi intende “verificare con grande attenzione quel che avverrà nelle prossime settimane e monitorare tutti gli indicatori, così che le decisioni che impattano sulla vita delle persone e sulle attività siano assunte sulla base di dati il più possibile specifici e appropriati”.
La via di mezzo
Renato Brunetta, il ministro della P.A. ha proposto un compromesso: “perimetrazioni subregionali e subprovinciali, così da far scattare misure rigorose per porzioni di territorio più piccole di una regione, come un gruppo di comuni limitrofi”. Soluzione che, secondo il ministro dem della Difesa Lorenzo Guerini, il Dpcm attuale già permette. Il 5 marzo si avvicina, e la soluzione non è ancora sul tavolo.
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