Tutto bene tra Mario Draghi e Matteo Salvini come da Palazzo Chigi e via Bellerio all’unisono hanno lasciato credere dopo l’incontro di ieri? Mica tanto, perché durante l’incontro oltre a vari bla bla bla sull’universo mondo, del caso Lamorgese hanno parlato eccome (anche se stranamente nei dispacci inviati sia da Chigi che da Bellerio si decide di non farne cenno).
Durante l’incontro, infatti, Matteo Salvini non ha perso l’occasione per fare sapere al premier di essere “critico e molto preoccupato” per come la ministra sta gestendo il Viminale. E Mario Draghi da par suo non ha mancato l’occasione per fare sapere al suo interlocutore che non è tra i compiti di Palazzo Chigi “intervenire per frenare le campagne di delegittimazione” che, come dice Salvini “nelle ultime settimane sono state particolarmente feroci contro il centrodestra, in particolare contro Lega e Fratelli d’Italia”.
Se c’è una cosa che Mario Draghi proprio non vuole è mettersi in mezzo alle beghe tra partiti: sarebbe come infilare la testa in un vespaio. Detto questo, invece, a Palazzo Chigi sono a dir poco irritati con la Lamorgese: prima la gestione fallimentare dell’ordine pubblico che ha portato all’assalto della sede della Cgil poi il cedimento con i portuali di Trieste sui tamponi gratuiti.
Il Viminale infatti ha concesso ai portuali di Trieste, a differenza di tutti gli altri cittadini, tamponi gratuiti, venendo così meno alla legge dello Stato ma soprattutto a quanto stabilito da Mario Draghi in persona che sull’argomento non vuole cedimenti.
Un precedente che rischia di diventare un boomerang per il governo ed un vulnus nella linea Maginot disegnata personalmente da Mario Draghi: “Che accadrebbe se sulla scia dei portuali anche altre categorie facessero richieste analoghe? Come sarebbe possibile dire di no?”. Per questo a palazzo Chigi monta la preoccupazione in vista dell’arrivo del super Green Pass tanto da decidere di convocare a spron battente i sindacati. Un modo per tentare di tenere a bada le probabili proteste dei lavoratori.