“Se Draghi fosse costretto a dimettersi (ma va ripetuto: è un’ipotesi del terzo tipo, il periodo ipotetico dell’impossibilità), Mattarella lo rinvierebbe immediatamente alle Camere, mettendo i partiti di fronte alle loro responsabilità. A quel punto la confusione a cui si assiste in questi giorni cesserebbe tutt’insieme. Ma metti anche che, in un intento suicida, gli stessi responsabili delle dimissioni insistessero per mandare a casa il banchiere, giocandosi la fiducia dell’Europa e i miliardi di aiuti di cui sopra, al Presidente della Repubblica non resterebbe che mettere su un governo elettorale, forse perfino militare, com’è accaduto con il generale Figliuolo per le vaccinazioni. A mali estremi, estremi rimedi. Anche se non è affatto detto che ci si arriverà”.
#Sorgi su @LaStampa di oggi delinea uno scenario oggi da fine mondo. Se cade #Draghi – cosa praticamente impossibile – non resta che un governo militare. Scrive proprio così: a mali estremi, estremi rimedi. Spero sia un colpo di sole. La Tunisia è vicina. pic.twitter.com/KMLi376J7W
— Arturo Scotto (@Arturo_Scotto) July 29, 2021
Lo scrive il giornalista Marcello Sorgi in un editoriale su La Stampa di oggi, giovedì 29 luglio, in cui rilancia uno scenario quasi apocalittico che però non trova fondamento reale, in primis perché non esiste alcuna ipotesi di dimissioni di Mario Draghi dal governo, nessuna ipotesi di rinvio alle camere da parte di Mattarella prima del semestre bianco. Nessuna ipotesi di un governo elettorale. E, infine, perché lui stesso la smentisce. Insomma non vedremo mai il generale Figliuolo alla guida di una giunta militare che prende le redini del Paese. Almeno su quello stiamo tranquilli.