Il premier Mario Draghi si schiera a favore del reddito di cittadinanza e manda così in cortocircuito la campagna lanciata dal suo discepolo assoluto Matteo Renzi, che proprio contro il sussidio ai più poveri ha annunciato di voler proporre un referendum.
“Quello che vorrei dire è che il concetto alla base del reddito di cittadinanza lo condivido in pieno”, ha dichiarato Draghi oggi, venerdì 6 agosto 2021, durante un incontro con la stampa parlamentare prima della pausa estiva. E a chi gli ha chiesto se la misura introdotta dal Governo M5S-Lega sarà ridisegnata il presidente del Consiglio ha risposto che “è troppo presto per dirlo”.
Non si esclude quindi una revisione dello strumento, alla luce soprattutto dei mancati risultati sul fronte delle politiche attive del lavoro, ma Draghi dice chiaramente che il reddito di cittadinanza per lui deve essere mantenuto. E Renzi ora come farà?
Il leader di Italia Viva – che, come noto, si è dato molto da fare per portare Draghi a Palazzo Chigi (“Draghi is the best, the best, the best”, ricordate?) – è uno dei più convinti oppositori dell’assegno concepito dal Governo Conte Uno. L’ha definito “una misura che non funziona” e “una grande operazione educativa e culturale”.
Renzi ha annunciato per il 2022 una raccolta firme per abolire il reddito di cittadinanza: “Voglio riaffermare l’idea che la gente deve soffrire, rischiare, provare, correre, giocarsela, se non ce la fai ti diamo una mano, ma bisogna sudare ragazzi”, ha spiegato.
Ora, però, l’endorsement in favore del sussidio da parte del “suo” premier Draghi rischia di assestare un duro colpo alla campagna referendaria. Si vedrà. Intanto, questa mattina Draghi ha avuto un colloquio a Palazzo Chigi con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che lunedì 9 agosto presenterà alle parti sociali una prima bozza della riforma degli ammortizzatori sociali.
Secondo indiscrezioni, la riforma prevede sinteticamente una estensione della cassa integrazione e della Naspi e nuove misure in favore dei lavoratori autonomi.
Il presidente del Consiglio ha osservato che, al rientro dalla pausa estiva, nel governo, “ci vorrà la stessa determinazione, se non maggiore, per affrontare quelle che sono le sfide e le risposte che dobbiamo dare a problemi urgenti e gravi”. E ha citato “scuola in presenza” e “tutti i problemi che riguardano il lavoro”. Con un riferimento particolare alla questione della sicurezza nei luoghi di lavoro: occorre “cercare di fare qualcosa per migliorare una situazione inaccettabile”, ha detto Draghi.
“Le cose per l’economia italiana vanno bene e si spera vadano anche meglio”, ha affermato il premier nell’incontro con la stampa. L’orizzonte del governo “è nelle mani del Parlamento: sono stato chiamato per fare questo e cerco di farlo al meglio”. “L’unica cosa che conta sono i risultati, anche per i partiti”, ha aggiunto Draghi. “Sembra strano, lavorano anche loro per i risultati e per il bene degli italiani. Non esiste contrapposizione di fini”.
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