I numeri parlamentari saranno la grande sfida di Mario Draghi e di Sergio Mattarella. Il presidente incaricato dal Capo dello Stato sa già che dovrà sminare il terreno dalle insidie dei partiti, timorosi di “non toccare palla”, a cominciare dai 5Stelle, il partito di Giuseppe Conte e Beppe Grillo. La strategia però è già stata discussa con il Quirinale e il modo per non farsi votare contro e per togliere argomenti al partito del “no Draghi” è già stato deciso: offrire a Giuseppe Conte (che peraltro è un tecnico anche lui) un ministero di primo piano nel Draghi 1.
“A questo punto, per i 5Stelle sarebbe impossibile negare la fiducia al nascituro governo“, fanno sapere fonti che stanno seguendo la trattativa. Non per niente un uomo da sempre vicinissimo al Quirinale come Dario Franceschini si è detto “convinto che Conte, dopo aver ha servito il paese in un momento difficile, sarà coerentemente il primo e più e convinto sostenitore di Draghi“. Il ministero per Conte potrebbe essere quello degli Esteri ora appannaggio di Luigi Di Maio. Per questo, al Colle in queste ore non vengono minimamente prese in considerazione da parte del Capo dello Stato gli “spin” riguardanti Beppe Grillo che evidenzierebbero la contrarietà del comico genovese alla nascita del “governo del Presidente”. Un governo, che se dovesse morire sul nascere, non potrebbe non provocare anche la delegittimazione dell’attuale inquilino del Quirinale che così fortemente lo ha voluto.
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