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    Governo, Draghi in parlamento per le comunicazioni sul vertice Ue: “La fiducia sta tornando, ripresa sarà sostenuta”. Risponderà anche sul ddl Zan

    Il premier Mario Draghi. Credit: Ansa
    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 23 Giu. 2021 alle 08:53 Aggiornato il 23 Giu. 2021 alle 09:59

    Il presidente del Consiglio Mario Draghi tiene oggi, mercoledì 23 giugno, le Comunicazioni in Parlamento in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno. Il premier alle ore 9 sarà alla Camera dei Deputati, mentre alle 15 sarà al Senato della Repubblica. Draghi risponderà anche alle domande in proposito della nota del Vaticano sul ddl Zan.

    “È una domanda importante. Domani sarò tutto il giorno in Parlamento, me lo chiederanno sicuramente, e risponderò in modo più strutturato di quanto potrei fare oggi”, ha detto ieri il premier in conferenza stampa congiunta con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, rispondendo a una domanda sul disegno di legge sull’omofobia. Di seguito l’intervento di Draghi in diretta:

    DISCORSO DRAGHI PARLAMENTO | DIRETTA

    INTRODUZIONE – “Onorevole presidente, onorevoli deputati e deputate, il mio intervento di oggi intende rendervi partecipi degli argomenti di discussione del Consiglio europeo di questa settimana”, ha dichiarato Draghi. “Si tratta di un passaggio importante, vi ringrazio di essere qui. L’interlocuzione col parlamento è essenziale per definire la posizione del nostro Paese su temi di rilevanza grande per la vita dei nostri cittadini e delle nostre istituzioni. Procederò a toccare i principali temi in agenda. Questi includono la ripresa economica, la pandemia da Covid-19, i vaccini, le migrazioni, temi di politica estera, come i rapporti con Turchia e Russia e le crisi in Etiopia e nel Sahel”.

    SITUAZIONE ECONOMICA – “La situazione economica europea e italiana è in forte miglioramento. Secondo le proiezioni della Commissione europea, nel 2021 e nel 2022 l’Italia crescerà rispettivamente del 4,2% e del 4,4%, come l’Ue nel suo complesso. Molti degli indicatori che abbiamo a disposizione ci indicano che la ripresa sarà ancora più sostenuta. La fiducia, insomma, sta tornando. Il nostro obiettivo è superare in maniera duratura e sostenibile i tassi di crescita anemici che l’Italia registrava prima della pandemia. Durante la pandemia abbiamo impiegato risorse ingenti per proteggere la capacità produttiva della nostra economia. Ora dobbiamo assicurarci che la domanda aggregata sia in grado di soddisfare questi livelli di offerta”.

    “In questo quadro economico positivo, permangono alcuni rischi. Il primo è proprio la situazione epidemiologica. Il secondo potenziale pericolo è l’inflazione, che nell’area euro ha raggiunto il 2% a maggio dopo l’1,6% ad aprile. Un ulteriore rischio è legato al debito. Nel corso del 2020, il rapporto debito-Pil nell’UE è salito di 16,7 punti percentuali; in Spagna di 25,7, in Francia di 18,5 e in Italia, di 15,8 punti. Nel 2020, i governi europei hanno utilizzato in maniera corposa le garanzie statali, per un totale di 450 miliardi di euro nei soli quattro Paesi più grandi dell’Unione. Una politica di bilancio espansiva è essenziale per preservare ritmi di crescita sostenuti che, a loro volta, permetteranno di ridurre l’indebitamento. Tuttavia è importante che tutti i governi si impegnino a tornare a una politica di bilancio prudente, una volta che la crescita sarà di nuovo sostenibile. Questo serve a rassicurare gli investitori, prevenire eventuali rialzi dei tassi d’interesse, e dunque favorire gli attuali programmi di investimenti”.

    “Il Consiglio europeo discuterà di come garantire una crescita durevole e sostenibile, anche grazie alle risorse del Next Generation Eu. A livello europeo, è molto positivo che 24 dei 27 Piani dei Paesi membri siano già stati formalmente presentati e che la Commissione ne abbia già esaminati 10. L’erogazione dei fondi dipenderà dall’approvazione da parte del Consiglio, ed è importante che questo avvenga in modo rapido ed efficace”.

    “L’approvazione del Piano italiano da parte della Commissione, confermata dalla presidente von der Leyen durante la sua visita di ieri a Roma, conferma il grande lavoro svolto dal nostro Paese. Abbiamo messo insieme un piano ambizioso di investimenti, con la collaborazione della parti sociali e del parlamento. Gli occhi dell’Europa sono sull’Italia. Il nostro è infatti il programma più di sostanza, più grande, per un importo pari a 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 30 miliardi del fondo complementare. Il successo del programma Next Generation Ue dipende in larga parte da noi”.

    LA SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA E I VACCINI – “Per quanto riguarda la pandemia”, ha proseguito Draghi, “rispetto alle mie Comunicazioni alle Camere del 24 marzo, il quadro epidemiologico in Italia e in generale in Europa è molto migliorato. La scorsa settimana in tutta l’UE abbiamo registrato circa 90 mila casi e ci sono stati 2.600 decessi dovuti al Covid-19. Due mesi fa, i casi erano circa un milione a settimana e i decessi settimanali erano sei volte quelli attuali. Questo miglioramento è merito della campagna vaccinale che procede in modo spedito. A metà aprile solo un adulto su quattro aveva ricevuto almeno una dose a appena uno su dieci aveva completato il ciclo vaccinale. Ad oggi nell’Ue più di metà della popolazione adulta ha ricevuto almeno una dose di vaccino. In Italia la quota è quasi del 60 per cento e circa il 30 per cento della popolazione adulta ha completato il ciclo di vaccinazione”.

    “I rischi legati alle varianti, e in particolare alla cosidetta variante Delta, ci impongono di procedere nella campagna vaccinale con la massima intensità. Dobbiamo inoltre continuare a concentrarci sui soggetti più fragili, non devono esserci distrazioni. I soggetti più fragili, come i più anziani, che sono maggiormente a rischio di morte o di ospedalizzazione. L’Italia, come tanti altri Paesi, si è trovata impreparata all’arrivo del Covid-19. Non possiamo permettere che questo accada di nuovo”.

    “Per quanto riguarda il pass italiano, il 17 giugno è stato firmato il Dpcm che definisce le modalità di rilascio. È quindi operativa in Italia la piattaforma informatica di rilascio della certificazione, che facilita la partecipazione ad alcune tipologie di eventi e gli spostamenti tra regioni, in caso di peggioramento del quadro epidemiologico. Dal primo luglio, la certificazione sarà valida anche come certificato verde europeo, per poter viaggiare da e per i paesi dell’UE e dell’area Schengen. Intanto consentiamo già alle stesse condizioni di certificazione l’ingresso nel Paese ai cittadini provenienti dalle stesse aree, dagli Usa, dal Canada e dal Giappone. Vogliamo permettere loro di venire in sicurezza in Italia, per permettere ai nostri albergatori e ristoratori di ripartire dopo un anno e mezzo di difficoltà”.

    “Sempre sul tema dei vaccini il Consiglio europeo affronterà nuovamente il tema della solidarietà internazionale. Migliorare l’accesso ai vaccini nei Paesi più poveri non è solo una questione etica, ma è anche una priorità sanitaria. Più a lungo dura la pandemia più è possibile che il virus muti in varianti più contagiose, che sfuggano alla copertura del vaccino. Anche su questo tema sono stati fatti passi in avanti negli ultimi mesi. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto al Global Health Summit, organizzato dall’Italia insieme alla Commissione europea a Roma il 21 maggio scorso. Il Summit è stato il preludio del Consiglio Europeo straordinario del 24-25 maggio in cui i Paesi dell’Ue si sono impegnati a donare almeno 100 milioni di dosi di vaccini entro la fine dell’anno. L’Italia farà la sua parte e donerà 15 milioni di dosi”.

    FLUSSI MIGRATORI – “Un altro tema che ci riguarda da vicino è quello della gestione dei flussi migratori, che torna ad essere in agenda al Consiglio Europeo su precisa richiesta dell’Italia”, ha sottolineato il premier. “Come ho dichiarato in passato, il Governo vuole gestire l’immigrazione in modo equilibrato, efficace e umano. Ma questa gestione non può essere soltanto italiana. Deve essere davvero europea. Occorre un impegno comune, per favorire l’immigrazione legale e aiutare questi Paesi a stabilizzarsi, penso in particolare alla Libia”.

    “Tra i Paesi dell’Unione, esiste un’ampia convergenza sull’esigenza di superare il Regolamento di Dublino. Si tratta di una convenzione concepita in una diversa fase storica, adatta a gestire numeri contenuti. Al momento, però, una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane divisiva per i 27 Stati Membri. Serve un’alternativa di lungo periodo, per fare in modo che nessun Paese sia lasciato solo. Il Patto sulla Migrazione e l’Asilo proposto il 23 settembre del 2020 dalla Commissione Europea ha il merito di ricercare un cambio di prospettiva. Il negoziato sul Patto dimostra tuttavia che c’è ancora molto lavoro da fare, aggiunge il presidente del Consiglio. Vogliamo che il Consiglio promuova un’azione più incisiva sui rimpatri, anche attraverso lo strumento dei rimpatri volontari assistiti, e che favorisca un impegno comune a sostegno dei corridoi umanitari: attualmente siamo protagonisti per i corridoi, ci sono pochissimi altri Paesi che li fanno e li fanno così bene”.

    POLITICA ESTERA – “Per quanto riguarda la politica estera, il Consiglio Europeo si occuperà prima di tutto dei rapporti tra Ue e Turchia. Nella sua riunione di marzo, il Consiglio aveva ricordato come sia di interesse strategico europeo avere una situazione di stabilità e sicurezza nel Mediterraneo Orientale e dunque collaborare con la Turchia. Ribadiremo però la nostra preoccupazione per il rispetto dei diritti fondamentali in Turchia, come i diritti delle donne, i diritti civili e i diritti umani”.

    “Oggi possiamo dirci ragionevolmente ottimisti per l’evoluzione della situazione europea. La campagna vaccinale ci sta permettendo di contenere in maniera efficace la pandemia. La ripresa economica procede rapida, e il programma Next Generation EU ci fa guardare con fiducia a una stagione di riforme e investimenti. Tuttavia permangono diverse sfide, a partire dalla gestione della migrazione, che dobbiamo affrontare con attenzione per venire incontro alle richieste dei nostri cittadini. L’Unione Europea è la sede giusta per risolvere questi problemi, ma è importante che i nostri partner comprendano l’urgenza di trovare soluzioni rapide e condivise”.

    Il Consiglio europeo

    Il presidente del Consiglio Mario Draghi sarà a Bruxelles per il Consiglio europeo il 24 e 25 giugno insieme agli altri 26 capi di Stato e di governo Ue. Il vertice ha all’ordine del giorno la lotta alla pandemia, la ripresa economica e alcune questioni internazionali, ma potrebbe concentrarsi in particolare sulle migrazioni. Proprio in vista del vertice il premier ha incontrato lunedì scorso la cancelliera tedesca Angela Merkel, con cui ha parlato della questione della gestione dei flussi migratori e del rinnovo dell’accordo con la Turchia.

    Il Consiglio europeo farà il punto della situazione epidemiologica e vaccinale e proseguirà gli sforzi di coordinamento – si legge nel sito ufficiale – in risposta alla pandemia. “In tale contesto, i leader affronteranno gli eventuali ostacoli rimanenti in relazione al diritto alla libera circolazione in tutta l’Ue”. Inoltre, in linea con la dichiarazione dei membri del Consiglio europeo del febbraio 2021, la Commissione dovrebbe presentare una relazione sugli insegnamenti tratti finora dalla pandemia. I leader esamineranno infine lo stato di avanzamento dell’attuazione di Next Generation Eu (ieri il via libera ufficiale al piano italiano, con la visita a Roma della presidente von der Leyen). Il Consiglio europeo riprenderà inoltre le discussioni sulle relazioni con la Turchia e con la Russia.

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