Nel corso del Consiglio dei ministri che si è svolto ieri sera per l’approvazione del decreto Sostegni la partita più dura si è giocata sul condono, fortemente voluto dalla Lega, “imprescindibile” per Forza Italia e appoggiato anche dai 5 Stelle (sia pure con qualche differenza), ma avversato da Leu e da una parte del Pd. Il braccio di ferro sulle cartelle esattoriali dentro le forze di maggioranza è durato per ben due ore e mezza, motivo per cui è anche la prima conferenza stampa del premier Mario Draghi è iniziata con un forte ritardo.
I leghisti, a un certo punto, hanno minacciato di non partecipare al Cdm, e quindi di far saltare il via libera ai 32 miliardi di aiuti al Paese travolto dal Covid, ma alla fine è stato trovato un compromesso dal presidente del Consiglio e dal ministro dell’Economia Daniele Franco: cancellare le cartelle esattoriali fino a 5mila euro, ma riferite un periodo più breve rispetto a quello inizialmente previsto (2000-2010 anziché 2000-2015) e soltanto a chi ha un reddito Irpef inferiore a 30 mila euro.
“Questo in effetti è un condono“, – ha ammesso poi Draghi nel corso della conferenza stampa – “ma di multe di oltre 10 anni fa”. “È chiaro che sulle cartelle lo Stato non ha più funzionato, uno Stato che ha permesso l’accumulo di milioni e milioni di cartelle che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa“.
Lo stralcio delle cartelle, come dicevamo sopra, prevede un importo contenuto di 5mila euro, “corrisponde ad un netto di circa 2.500 euro tra interessi e sanzioni varie”, ha spiegato Draghi. Questo “permette all’amministrazione di perseguire la lotta all’evasione anche in modo più efficiente”, dice il premier.
Alle domande sulla Lega nell’incontro con la stampa, Draghi ha risposto: “Oggi è un momento di grande condivisione. È chiaro che tutti i partiti entrati in questo governo lo hanno fatto portandosi un’eredità di convinzioni e annunci fatti nel passato, tutti hanno bandiere identitarie, quindi si tratta man mano di chiedersi quali sono quelle bandiere identitarie di buon senso e quelle a cui si può rinunciare senza fare danno né alla propria identità né all’Italia”.
“Sulla cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali avevamo avanzato una proposta di assoluto buon senso e siamo molto soddisfatti che il governo le abbia dato seguito. Lo stralcio delle vecchie cartelle e la cancellazione di crediti ormai inesigibili è un’azione profittevole e giusta ma non deve essere l’ennesima occasione per far trionfare i furbi che non pagano in attesa di un nuovo condono”, così Ubaldo Pagano e Gian Mario Fragomeli, capigruppo Pd rispettivamente delle commissioni Bilancio e Finanze a Montecitorio.
Ma Matteo Salvini, in un’intervista al Corriere della Sera, commenta: “L’accordo è che entro aprile, quello del 2021, arrivi una revisione del sistema generale delle riscossioni. Parliamo di 137 milioni di cartelle che riguardano 18 milioni di italiani: uno su tre. L’obiettivo è quello di cancellare il 90% di queste cartelle“.
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