Il presidente del Consiglio Mario Draghi durante la cena di lavoro con gli altri leader europei tenutasi dopo il Social summit ad Oporto si è soffermato sulla disponibilità degli Stati Uniti di sospendere la proprietà intellettuale sui vaccini per aiutare i paesi poveri nella lotta al Covid. “Siamo di fronte a un evento unico: milioni di persone che non sono in condizione di acquistare i vaccini stanno morendo”, la premessa. “Le case farmaceutiche hanno ricevuto finanziamenti enormi dai governi e a questo punto ci sarebbe quasi da aspettarsi che ne restituissero almeno una parte a chi ha bisogno”, la tesi del presidente del Consiglio. “Persone che conoscono bene la materia mi dicono che una misura temporanea e ben congegnata non rappresenterebbe un disincentivo per l’industria farmaceutica”, ha aggiunto. “Ci sono tuttavia due ulteriori problemi che dovranno essere affrontati affinché la proposta si possa considerare realistica: la sicurezza della produzione e l’incredibile complessità del processo produttivo. Come europei – l’osservazione del premier – non possiamo ignorare questo problema. Sappiamo che le risorse finanziarie non sono e non saranno mai sufficienti. Ma il grido risuona”, ha detto Draghi.
“In Europa dobbiamo continuare ad accelerare le vaccinazioni con trasparenza e affidabilità. Occorre inoltre aumentare la produzione in ogni parte d’Europa. Gli altri paesi devono rimuovere i blocchi alle esportazioni: l’Unione europea esporta l’80% della propria produzione verso Paesi interessati da blocchi alle esportazioni. In questo contesto vedo con favore la proposta del presidente Biden”, ha concluso Draghi.
Leggi anche: I vaccini sono le armi della nuova Guerra Fredda (di A. Di Battista)