Discorso Conte al Senato: voto di fiducia al Governo
Dopo aver incassato la fiducia alla Camera nella serata di ieri, oggi – martedì 19 gennaio 2021 – il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto un discorso al Senato della Repubblica, dove il suo governo sarà poi sottoposto a un voto di fiducia. Una prova diventata necessaria dopo la crisi aperta dal leader di Italia Viva Matteo Renzi. A Palazzo Madama, tuttavia, i numeri del governo sono in bilico e a Conte serve l’appoggio di una decina di “responsabili” per far andare avanti l’esecutivo (qui le ultime notizie di oggi sulla crisi di governo).
Crisi di governo, la replica di Conte al Senato
Il premier Conte riprende la parola per la replica finale. Nel suo intervento – che precede le dichiarazioni di voto – il presidente del Consiglio ha ricordato quanto fatto dal Governo sul fronte della scuola, della giustizia e dei ristori per le chiusure dell’emergenza Covid. Conte si è poi rivolto a Renzi e Italia Viva: “Il Recovery Plan è stato elaborato in incontri bilaterali con tutti i ministri, comprese le ministre di Italia Viva. La vostra iniziativa ha avuto l’effetto di bloccare per 40 giorni il piano. Non avete mai trovato porte chiuse, ma poi avete scelto la strada degli attacchi mediatici, che però non sono la scelta migliore per il Paese”. “Se non ci sono i numeri, questo governo va a casa”, ha concluso il premier, che ha anche ribadito di essere pronto a “rafforzare la squadra di governo”.
Crisi di governo, il discorso di Conte al Senato
All’inizio di questa esperienza di governo prefigurai proprio in questa aula un chiaro progetto politico per il Paese, precisai subito che il programma non poteva risolversi in una mera proposta di richieste eterogenee. Già allora ero consapevole che un’alleanza tra forze politiche si erano contrapposte a tratti in maniera molto aspra poteva reggersi solo sulla base di due discriminanti fondamentali: un convinto ancoraggio ai valori costituzionali e una forte spinta europeista.
Affermai allora che quel progetto politico avrebbe segnato l’inizio di una nuova risolutiva stagione riformatrice orientata a una società più equa e più inclusiva. Quel progetto si è scontrato con l’uragano della pandemia che sta sconvolgendo la nostra società. Stiamo affrontando una sfida di portata epocale.
Alcune nostre più radicali certezze sono state improvvisamente messe in discussione. La politica stessa è stata costretta a misurarsi come mai prima di ora a misurarsi con la scienza. Anche le nostre più consolidate convinzioni giuridiche sono state messe in discussione. Siamo stati costretti, primi nell’occidente, a introdurre misure restrittive.
L’esperienza della pandemia ha rafforza nelle forze politiche che con lealtà hanno sostenuto il governo il valore del dialogo. Abbiamo operato sempre le scelte migliori? Ciascuno sul punto esprimerà le proprie opinioni. Dal canto mio posso dire che il governo ha operato con il massimo scrupolo.
È stata politica la scelta di tutelare in via prioritaria la salute. Non solo perché la salute è diritto fondamentale e interesse primario della collettività ma anche nella consapevolezza che tutelando la salute si può tutelare l’economia. Poi fortemente politica è stata la determinazione con la quale il governo ha chiesto all’Unione Europea di rispondere alla crisi in un modo diverso da quanto fatto in passato.
Lo storico accordo sul programma del Next Generation sul quale l’Italia ha avuto un ruolo decisivo non solo ci permette di avere 209 miliardi di euro ma ha impresso alla politica europea una svolta. Non è questo l’esito anche esso politico della scelta europeista che ha rappresentato una delle prerogative dell’alleanza di governo.
Anche nei momenti più complessi non abbiamo mai rinunciato a porre le basi per il rilancio del Paese. Abbiamo colto la sfida di trasformare le difficoltà in opportunità. Abbiamo posto le basi per un deciso rilancio della crescita. A partire dal prossimo luglio partirà una grande riforma, l’assegno unico mensile per i figli.
Noi non siamo meridionalisti per vocazione intellettuale, perché se non corre il Mezzogiorno non può correre l’Italia. Viene spesso sollevata l’obiezione, è successo anche ieri alla Camera, secondo cui a distanza di alcuni mesi dal dl semplificazione le opere sarebbero ancora bloccate. Non è così, queste opere non sono mai state bloccate. E lo testimonia il fatto che nel 2020, pur in questo contesto così difficile, gli appalti sono cresciuti. Non avremmo potuto realizzare tutto questo se non ci fosse stata condivisione, responsabilità, in ciascuna forza politica.
Quando si soffre così tanto, il Paese è più unito. Si sono rafforzate le ragioni del nostro stare insieme. Il senso di responsabilità delle forze di opposizione si è dimostrato importante in questa fase. Grazie a queso dialogo abbiamo potuto tutti insieme potenziare le misure di sostegno per i lavoratori autonomi.
Proprio nei momenti più critici della storia di un Paese, dobbiamo ritrovare le motivazioni alte della politica. Non la politica come esercizio del potere, ma la politica come pensiero e azione orientati all’uomo, ai suoi bisogni, alle sue aspettative.
Dopo aver attraversato questo tornante della storia umana che alla nostra generazione è capitato di vivere, nulla sarà come prima. Il governo deve essere all’altezza. Purtroppo, però, al culmine di settimane di attacchi mediatici molto aspri, talvolta anche scomposti, Italia Viva si è smarcata dal percorso comune con un’astensione delle ministre all’approvazione del Recovery Plan e le conseguenti dimissioni.
Si è aperta una crisi, che avviene in una fase cruciale del nostro Paese, a pandemia ancora in corso con tante famiglie che stanno ancora piangendo i propri cari. Avverto un certo disagio. Sono qui oggi non per illustrare le misure di sostegno per i cittadini e per le imprese, ma per provare a spiegare una crisi di cui immagino i cittadini e io stesso non ravviso un fondamento.
È molto complicato governare in queste condizioni, con chi sistema mine sul percorso comune. Siamo stati accusati di avere troppo potere e allo stesso tempo di non prendere decisioni. Questa crisi ha provocato sgomento nel Paese, che rischia di produrre danni alla nostra immagine. Arrivati a questo punto non si può cancellare quello che è accaduto e recuperare quel clima di fiducia.
Con questa crisi noi tutti, la classe politica tutta, rischia di perdere il contatto con la realtà. C’era bisogno di aprire questa crisi? Io ritengo di no. Adesso bisogna voltar pagina, questo Paese merita un governo coeso dedito a tempo pieno a lavorare nell’interesse dei cittadini. Il Recovery Plan approderà in Parlamento, poi noi lavoreremo alle modifiche e lo riporteremo di nuovo in Parlamento. Quindi ci sarà la possibilità di raccogliere tutte le vostre indicazioni. Dobbiamo lavorare con urgenza per varare, già da domani, il nuovo decreto ristori e lo scostamento di bilancio da 32 miliardi.
L’Italia ha bisogno di una serie di interventi, che impegnerà il governo da qui a fine legislatura. Per il lavoro, per rafforzare la salute, per la ricerca e l’istruzione, la rivoluzione verde, rafforzare la rete idrica, la messa in sicurezza del territorio. Dobbiamo continuare in questo periodo di recessione a proteggere gli investimenti più strategici del nostro Paese.
Dobbiamo proseguire con la digitalizzazione del Paese. Lo Spid adesso è stato richiesto da 16 milioni di cittadini, l’app Io che nel 2019 non esisteva adesso è stata scaricata da 9 milioni di cittadini. Dobbiamo poi valorizzare i principali asset del Paese: cultura e turismo.
Lavoreremo per proseguire convintamente il percorso delle riforme costituzionali. Ieri ho annunciato alla Camera in materia di legge elettorale l’impegno del governo di promuovere una riforma elettorale di impianto proporzionale, quanto più possibile condivisa perché si tratta di una legge di sistema. E vorrei chiarire su questo punto perché leggo interpretazioni maliziose. Negli anni passati abbiamo vissuto una frantumazione della rappresentanza. Se vogliamo ricomporre questo quadro frammentato non è possibile farlo con una legge elettorale diversa. Mi appare urgente offrire uno strumento che possa favorire la rappresentanza democratica di tutte le differenze che sono sul campo.
Alla modifica del sistema elettorale potranno essere affiancate alcune innovazioni del sistema costituzionale. Occorre introdurre correttivi alla forma di governo, che garantisca una stabilità e restituisca al Parlamento un ruolo centrale. L’esperienza politica della pandemia impone un’attenta e pacata riflessione riguardante la revisione del Titolo V nella parte seconda della Costituzione. Lavoriamo tutti insieme, meditiamo insieme sull’attuale riparto delle competenze Stato-Regioni.
Quale autorevole membro dell’Unione europea, ruolo recuperato in questa ultima parte di legislatura, guardiamo con grande attenzione alla presidenza Biden con il quale inizieremo a lavorare subito. Con gli Stati Uniti e gli altri partner dell’Ue cercheremo di avere rapporti anche con la Cina.
Il governo ha bisogno della massima coesione possibile e del più ampio sostegno in parlamento. Servono persone disponibili a riconoscere l’importanza della politica.
Abbiamo l’urgenza di fare politica, tanto più in questo contesto di profonda sofferenza. Solo la politica ci offre la possibilità di interpretare il malessere della società. Questo governo intende perseguire un progetto politico chiaro e preciso che mira a modernizzare il Paese, il tutto nel segno dello sviluppo sostenibile, che sarà la nostra stella polare.
Chi ha idee, progetti, volontà di farsi costruttore di questa alleanza, sappia che questo è il momento giusto per contribuire a questa prospettiva. Questa alleanza sarà chiamata a imprimere una decisa svolta europeista contro le derive nazionaliste e sovraniste. Questa alleanza esiste già perché c’è già una base solida di dialogo, alimentata da M5s, Pd e Leu.
Sarebbe un arricchimento per questa alleanza il contribuito di forze popolari, socialiste e liberali. Chiedo un appoggio limpido e trasparente che si fondi sulla convinta adesione a un progetto polittico. I numeri sono importanti, oggi ancora di più. Però è ancora più importante la qualità del progetto politico. E noi chiediamo a tutte le forze politiche e ai parlamentari che hanno a cuore il destino dell’Italia aiutateci a ripartire e a ricucire la ferita che la crisi ha prodotto nel patto con i cittadini.
Noi abbiamo chiesto ai cittadini tanti sacrifici perché sono necessari a superare la pandemia. E i cittadini hanno offerto una grande risposta di grande responsabilità riponendo fiducia nelle istituzioni. Con il voto di oggi le istituzioni sappiano ripagare la fiducia dei cittadini e riparare il grave gesto di irresponsabilità che ci ha precipitati in questa condizione di oggettiva incertezza.
Alle forze di maggioranza chiederò di completare il confronto già avviato per un patto di fine legislatura e le condizioni per rafforzare la squadra di governo. Non intendo mantenere la delega dell’Agricoltura e designerò una persona di mia fiducia che possa gestire l’Intelligence. Se il parlamento vorrà accordare la fiducia al governo garantisco a voi tutti e ai cittadini che aggiungeremo il nostro cuore perché la politica senza quel sentimento di reale condivisione rimane senz’anima. W l’Italia.
Il voto di ieri alla Camera
Il presidente del Consiglio Conte ha incassato ieri la fiducia alla Camera con il sì di 321 deputati. I voti contrari sono stati invece 259, gli astenuti 27. Durante il suo discorso a Montecitorio, il premier ha chiuso la porta a Matteo Renzi e lanciato un appello ai parlamentari “volenterosi” per allargare la maggioranza e allontanare così la crisi di governo (qui il discorso di Conte).
Streaming e tv
Dove vedere il discorso di Conte al Senato e il voto di fiducia in streaming e tv? È possibile seguire il discorso del presidente del Consiglio e la successiva votazione in diversi modi: in primis su Rai 1 (canale 1 o 501 del digitale terrestre) che trasmetterà dalle ore 9.30 a chiusura le comunicazioni del premier, il dibattito e il voto. Sulla notizia saranno poi ovviamente tutti i canali all news, come, ad esempio, SkyTg24 (canale 50 del digitale terrestre), TgCom24 (canale 51) e Rai News 24 (canale 48). Non solo tv. Sarà possibile seguire discorso e votazione sulla fiducia al Governo anche in live streaming. Dove? Sul canale Youtube ufficiale di Palazzo Chigi. Altra soluzione è quella di connettersi via pc, smart tv, smartphone o tablet alle piattaforme RaiPlay, Mediaset Play o al sito di SkyTg24. Non è escluso poi che l’intervento di Conte non venga trasmesso anche sul profilo Facebook ufficiale del capo del governo.
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