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    Dimissioni Siri, Salvini contro Conte: “Spieghi la sua scelta”

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 2 Mag. 2019 alle 19:36 Aggiornato il 2 Mag. 2019 alle 19:52

    Il vicepremier leghista Matteo Salvini commenta la decisione del premier Giuseppe Conte di chiedere le dimissioni del sottosegretario Armando Siri, indagato per corruzione.

    “Oggi non ho sentito Conte in conferenza perché sono impegnato in altre cose. I magistrati sono pronti ad incontrare Siri e lui dimostrerà la totale estraneità ad una vicenda surreale dove due tizi parlavano di lui senza che sia stato fatto nulla. In un paese civile funziona così. Lascio a Conte e Siri le loro scelte. A me va bene qualunque cosa, se me la spiegano”, ha dichiarato il leader del Caroccio dall’Ungheria.

    Cosa ha detto Conte in conferenza stampa – Il premier Giuseppe Conte si è espresso sul caso che sta spaccando la maggioranza di governo giallo-verde durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Mi assumo la responsabilità politica di chiedere nel prossimo consiglio dei ministri di mettere all’ordine del giorno la revoca delle deleghe al sottosegretario Armando Siri”, ha affermato giovedì 2 maggio.

    Le dichiarazioni di Armando Siri – “Pronto a dimettermi entro 15 giorni se non ci saranno novità da parte dei Pm, perché sono convinto della mia innocenza”. Queste le parole del sottosegretario Armando Siri, riportate dalle agenzie stampa.

    Un riassunto del caso Siri– Armando Siri, sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti e senatore della Lega, lo scorso 18 aprile è stato iscritto al registro degli indagati per reato di corruzione.

    Secondo la procura di Roma, Siri avrebbe ricevuto un pagamento illecito da circa 30mila euro per modificare la norma sulle energie rinnovabili da inserire nel Def 2019.

    Il caso Siri ha visto schierarsi i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, agli antipodi: mentre il primo vuole le dimissioni immediate del sottosegretario alle Infrastrutture e i Trasporto, il secondo invece lo difende a spada tratta, rivendicando la sua innocenza.

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