La decisione del premier Conte di chiedere le dimissioni del sottosegretario Siri, indagato per corruzione, preoccupa Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e collega di partito di Siri [il riassunto del caso Siri].
“Cosa volete che vi dica? Mi trovo all’estremo nord-est del paese e ricevo queste notizie da Roma: quando vado giù mi spiegheranno, se non si sono spiegati tra di loro è difficile”, ha commentato Giorgetti a margine di un incontro elettorale a Pordenone.
“Sono giustamente preoccupato, ma sopratutto se il Governo non fa le cose che deve fare per dare risposte ai cittadini”, ha aggiunto il sottosegretario, numero 2 della Lega.
“Queste questioni magari alla gente interessano anche relativamente, ma come governo poi abbiamo anche da prendere provvedimenti, dare risposte sull’economia, sulla sanità, su tutto il resto. C’è questo, ma c’è anche altro e tutto questo blocca tutto il resto. Sono preoccupato per questo”, ha concluso.
Salvini – Parole, quelle di Giorgetti, che fanno il paio con quelle pronunciate dal leader della Lega, Matteo Salvini, poco dopo la fine della conferenza stampa di Conte.
“Oggi non ho sentito Conte in conferenza perché sono impegnato in altre cose. I magistrati sono pronti ad incontrare Siri e lui dimostrerà la sua totale estraneità ad una vicenda surreale. Lascio a Conte e Siri le loro scelte. A me va bene qualunque cosa, se me la spiegano”, ha dichiarato il vicepremier del Carroccio dall’Ungheria.
Di Maio – Di tenore diverso il commento del vicepremier M5S Luigi Di Maio, che da settimane chiede le dimissioni di Siri. “Non esulto e non credo sia una vittoria, ma sono contento che il Governo ora possa andare avanti perché il caso Siri si chiude”, ha detto il capo politico pentastellato durante il programma tv Otto e Mezzo, pochi minuti dopo l’annuncio di Conte.
Cosa ha detto Conte – “Mi assumo la responsabilità politica di chiedere nel prossimo consiglio dei ministri di mettere all’ordine del giorno la revoca delle deleghe al sottosegretario Armando Siri”, ha dichiarato il premier in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
“Dobbiamo essere credibili, responsabili, le dimissioni o si danno o non si danno, le dimissioni future non hanno molto senso”, ha sottolineato Conte facendo riferimento alle dichiarazioni rilasciate poco prima dallo stesso Siri (“Se entro 15 giorni non ho notizie dai pm mi dimetto”).
Il premier ha poi invitato “la Lega a non lasciarsi guidare da reazione corporative e il M5s a non approfittare di questa soluzione per cantare una vittoria politica”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it