“Resta ferma la nostra incessante richiesta di progressi significativi nelle indagini sul caso del barbaro omicidio di Giulio Regeni”. Sono le parole del ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel corso dell’interrogazione alla Camera dei Deputati riguardante la decisione dell’esecutivo di vendere all’Egitto due navi Fremm già consegnate alla Marina militare. Un’operazione che, come affermato da Di Maio, “non si è ancora conclusa”. L’ex capo politico del M5s ha così risposto all’accusa mossa nelle precedenti ore dall’europarlamentare Giuliano Pisapia, che proprio in merito alla vendita delle armi ad Al-Sisi aveva detto: “Mi auguro non si tratti di affari in cambio del silenzio sul caso Regeni, ma temo di sì”. In merito alla tragica morte del ricercatore triestino rapito il 25 gennaio 2016, il capo della Farnesina ha infatti garantito che “il governo e le istituzioni italiane continuano ad esigere la verità dalle autorità egiziane attraverso una reale, fattiva ed efficace cooperazione”.
Di Maio ha aggiunto che proseguiranno gli sforzi “per facilitare la fissazione di un incontro di persona tra i due procuratori di Roma e del Cairo”, per poi passare a parlare del caso di Patrick Zaki, lo studente dell’università di Bologna che da oltre tre mesi si trova in carcere in Egitto, arrestato con l’accusa di propaganda sovversiva su internet. Anche per lui, afferma Di Maio, “resta alta la preoccupazione”. “La nostra ambasciata al Cairo – ha chiarito il ministro pentastellato – continua con costanza a monitorare l’evolversi delle udienze. L’Italia continuerà a seguire il caso”. Si tratta di dichiarazioni che arrivano mentre proprio nella giornata di oggi è partita una campagna sui social con la richiesta di bloccare la vendita da parte del governo italiano di armi al presidente egiziano al-Sisi, data anche la sua scarsa collaborazione per quanto riguarda le indagini sull’omicidio Regeni.
A replicare alle parole di Luigi Di Maio in merito al brutale assassinio del ricercatore italiano il deputato di Leu Nicola Fratoianni, il quale ha evidenziato il fatto che “se viene messa in campo e portata a compimento un’operazione commerciale così vasta fino alla vendita di navi militari, è evidente che si indebolisce la posizione del nostro Paese per esigere la verità e la giustizia per l’omicidio di Giulio Regeni ostacolata finora dal regime egiziano e per richiedere la liberazione dello studente Zaky”.
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