“Dopo la vittoria del sì al referendum riformeremo la legge elettorale e i regolamenti di Camera e Senato”. Lo afferma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ai microfoni di TPI a margine dell’evento in Piazza Carità a Napoli per la chiusura della campagna elettorale del M5S per le regionali in Campania e lo ha ribadito poi anche in diretta al TG1.
Di Maio sulle regionali
E sul voto il ministro M5S ha detto: “Vediamo quali saranno i risultati delle Regionali e capiremo gli effetti. Non credo che i cittadini siano affascinati dall’idea del rimpasto perché fare un rimpasto significa cambiare delle figure nel governo e quindi una serie di mondi che dialogano con quel Ministero si vedono cambiare per la terza volta interlocutore in due anni e mezzo. Questo secondo me non è sostenibile anche dal punto di vista della crisi in cui siamo”.
Cosa prevede il referendum
Il 20 e 21 settembre è in programma un referendum costituzionale attraverso il quale i cittadini italiani saranno chiamati a confermare o meno la riforma sul taglio dei parlamentari approvata dal Parlamento nel 2019: di seguito, nel dettaglio, viene spiegato cosa prevede la legge, qualora dovesse entrare in vigore, e come funziona il quesito referendario.
Approvata in via definitiva dal Parlamento l’8 ottobre 2019, quando la Camera con 553 voti favorevoli e 14 contrari ha dato il via libera alla legge, la riforma prevede un taglio dei parlamentari dagli attuali 945 a 600. I componenti elettivi di Camera e Senato si riducono del 36,5 per cento con 230 deputati e 115 senatori in meno. I deputati, infatti, scendono dagli attuali 630 a 400, mentre i senatori calano dagli attuali 315 a 200. Qualora la riforma venisse confermata, dunque, cambierebbe il rapporto tra parlamentari eletti e abitanti con l’Italia che diventerebbe uno dei Paesi con la peggior rappresentanza in Europa.
Allo stato attuale delle cose, infatti, con in Italia c’è un rapporto di un eletto ogni 64mila persone, considerando i 945 parlamentari eletti confrontati con i 60,4 milioni di abitanti. Se passasse la riforma costituzionale, invece, con 600 parlamentari eletti, avrebbe un rapporto di un eletto ogni 101mila abitanti. Con l’approvazione della riforma, inoltre, saranno ridotti anche i parlamentari eletti dagli italiani all’estero con i deputati che passeranno da 12 a 8 e i senatori che si ridurranno da 6 a 4. Stabilito anche un tetto massimo di senatori a vita che il presidente della Repubblica potrà nominare: mai più di 5.
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