Proprio in queste ore il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sta presentando il suo nuovo partito dal nome “Impegno Civico” con il quale correrà alle elezioni del 25 settembre insieme a Bruno Tabacci, storico esponente del centro, e co-fondatore. Si pensa che Di Maio e il suo partito si alleeranno con il Partito Democratico e la coalizione di centrosinistra, ma non è ancora stata presa una decisione definitiva. Di Maio, che era uscito qualche settimana fa dal Movimento 5 Stelle, ha smentito peraltro una notizia circolata ieri secondo cui avrebbe già avuto una sorta di accordo per essere il candidato della coalizione nel collegio uninominale di Modena, dove è praticamente sicura la vittoria del centrosinistra.
L’ex grillino parte da alcuni sondaggi riservati che lo accreditano già al 3% e punta a eleggere almeno una ventina di parlamentari. Il ministro si porterà dietro i fedelissimi come Vincenzo Spadafora e la viceministra dell’Economia Laura Castelli, ma si rivolgerà anche alla società civile e agli amministratori locali, come l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti e la sua “Lista civica nazionale”.
Di Maio sul palco: “Saremo moderati e pensiamo che questo sia un vantaggio. Cerchiamo le migliori soluzioni per la nostra gente. Qui ci sono vecchi e nuovi amici di viaggio. Questa esperienza continua con una consapevolezza maggiore, abbiamo iniziato 10 anni fa e abbiamo sempre continuato con un principio ‘raccogliere le istante e portarle al governo’. Quando qualcuno però ha iniziato a pensare che si dovesse regredire si è creata una frattura incolmabile. Nessuno può sottrarsi al proprio impegno civico, ognuno è chiamato a impegnarsi con responsabilità per il proprio Paese. Dobbiamo ringraziare i giovani che si stanno occupando dell’ambiente. Ma dobbiamo guardare anche ai nostri imprenditori che hanno creato opportunità di riconversione ambientale.
Impegno Civico dovrà prendersi cura dell’Italia. Per farlo bisogna passare dal momento di crisi che stiamo vivendo. Conte, Salvini e Berlusconi hanno buttato giù il governo per interessi di partito, non per un interesse nazionale. Adesso ai tavoli internazionali dobbiamo partecipare con un governo che non ha tutti i poteri che servono per portare avanti questa battaglia. L’unico modo per portare al tavolo il governo italiano con il massimo della sua forza è che tutti i leader di partito sottoscrivano un impegno in cui sosteniamo il governo Draghi nell’ottenere il tetto massimo al prezzo del gas. Uniamoci almeno in questo”.
Bruno Tabacci durante la conferenza di presentazione ha detto: “Le proteste vanno capite, ma poi la politica deve trovare il punto di sintesi. L’interesse generale quello che i nostri padri chiamavano il bene comune. Una linea di azione che guardi alla difesa dei più deboli. Io difendo le ragioni dell’Europa. Luigi la pensa come me. Siamo europei convinti e guardiamo al futuro pensando che l’Europa è l’unica collocazione possibile”.