Il Movimento 5 Stelle è all’opera per pensare a un nuovo ipotetico governo e, secondo alcune indiscrezioni del Messaggero, pare che si pensi a un a Luigi Di Maio come ministro dell’Interno. Difficile che il Viminale finisca nelle mani del Partito democratico: sarebbe un affronto troppo grande per l’attuale inquilino del Palazzo del Viminale (qui le ultime notizie sulla crisi di governo in tempo reale).
In quel caso, infatti, il nuovo esecutivo finirebbe dritto dritto nel mirino degli attacchi di Matteo Salvini e dei suoi, prontissimi a rinfacciare agli ex alleati qualsiasi decisione in odore di incoerenza con quanto portato avanti nell’esperienza che volge al termine in queste ore.
Ma in ogni caso l’ipotesi di Di Maio al Viminale fa arrabbiare il leader della Lega e ha tutto il sapore dello sfregio di un Partito democratico e di un Movimento 5 Stelle pronto alla resa dei conti dopo la famosa frittata di Salvini.
Sul nome al Viminale, dunque, l’ipotesi resta aperta, mentre tanti nomi di un nuovo ipotetico governo giallorosso resterebbero gli stessi. L’intesa con il Partito democratico sarà sancita, infatti, solo se Nicola Zingaretti e i suoi accetteranno che Alfonso Bonafede resti a guidare il Ministero della Giustizia, Sergio Costa continui il suo percorso da ministro dell’Ambiente, Riccardo Fraccaro quello da ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta.
Le teste dell’esecutivo che sta per spirare che potrebbero saltare sono invece quelle della ministra della salute Giulia Grillo, come pure quella della Difesa Elisabetta Trenta. Rischia la poltrona anche il chiacchieratissimo e contestatissimo Danilo Toninelli, che potrebbe vedersi togliere il posto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Un posto di rilievo nel governo che verrà (se verrà) sarà riservato ad altri big del Movimento 5 Stelle: Nicola Morra, attuale presidente della Commissione antimafia, e Carla Ruocco, ora presidente della commissione Finanze della Camera.
Fonti vicine a Luigi Di Maio si sarebbero fatte scappare che l’idea ora è quella di piazzare soggetti di cui ci si fidi seriamente, che non commettano errori (come quelli commessi con l’ex alleato) e che, quindi, non lascino alla Lega nessuno spazio per infierire e attaccare ancora il M5s.
Tutto verrà deciso nel pomeriggio del 22 agosto, quando Di Maio e i suoi arriveranno davanti a Sergio Mattarella alle 16 per le consultazioni. Davanti al Capo dello Stato i grillini tireranno le somme di quanto fatto e, soprattutto, delle pratiche rimaste aperte dopo lo strappo con l’ex alleato.
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