Di Maio, dimissioni da leader M5S
Luigi Di Maio ha rassegnato le dimissioni ufficiali da capo politico del M5S: l’annuncio, nell’aria dalla mattina di oggi, mercoledì 22 gennaio, è stato dato dallo stesso ministro degli Esteri poco dopo le 17, durante un evento del Movimento Cinque Stelle al Tempio di Adriano, a Roma.
“Oggi sono qui per rassegnare le mie dimissioni da capo politico del Movimento 5 Stelle”, ha dichiarato l’ormai ex leader pentastellato. Il reggente che gli succederà è Vito Crimi.
“Ringrazio Beppe Grillo, Gianroberto e Davide Casaleggio, la mia famiglia, il mio incredibile staffe, tutti coloro che hanno fatto parte della famigerata comunicazione (senza di voi non ce l’avremmo mai fatta), ringrazio Virginia, che mi è stata vicina in quest’ultimo difficile anno, ringrazio tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione e i miei colleghi ministri, ringrazio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.
“Oggi si chiude un’era, è giunto il momento di rifondarsi”, ha aggiunto Di Maio, confessando di aver iniziato a scrivere questo discorso “un mese fa”. “Io non mollerò mai il Movimento, che è la mia famiglia. E il governo deve andare avanti”, ha sottolineato.
“Io mi fido di voi, mi fido di noi e di chi verrà dopo di me”, ha aggiunto l’ex leader rivolto alla platea M5S, che lo ha più volte applaudito. “Per arrivare fin qui abbiamo fatto salti mortali. Hanno iniziato Beppe e Gianroberto e a loro va tutto il mio grazie di cuore”.
“Da oggi inizia per il M5S un percorso per gli stati generali del Movimento, i primi della nostra storia: un momento importantissimo. Rispetto a quando siamo nati, dieci anni fa, l’Italia è cambiata: alcune esigenze degli italiani sono state soddisfatte dal Movimento, ma abbiamo bisogno di porci nuove domande”.
“Attraversare momenti difficili è già capitato nella storia. Ma oggi è la nostra responsabilità e dobbiamo avere coraggio e fiducia nel futuro”, ha detto Di Maio citando Aldo Moro.
Di Maio si trova al Tempio di Adriano per la presentazione di una squadra di “facilitatori” regionali, figure pensate con lo scopo di raccordare centro e territori e il cui mandato dovrebbe durare quanto quello del leader politico. Ma adesso, il M5S dovrà prima eleggerne uno nuovo.
Dimissioni Di Maio, cosa succede adesso?
Il primo passo ufficiale dopo le dimissioni di Di Maio sarà la nomina di un reggente, che detterà la linea politica del partito fino agli Stati generali del movimento, previsti dal 13 al 15 marzo 2020. Con ogni probabilità, il reggente sarà Vito Crimi, in quanto membro più anziano del Comitato di garanzia M5S.
Dopodiché, i pentastellati dovranno capire a chi affidare – dopo gli Stati generali – la carica di leader del Movimento. Secondo i primi rumors, tra i candidati al ruolo ci sono Alessandro Di Battista, Stefano Patuanelli e Roberta Lombardi, mentre al momento sembra più staccata la sindaca di Torino, Chiara Appendino. C’è anche chi vocifera che Di Maio voglia tornare alla carica già a marzo, per riprendere la guida del M5S con una rinnovata leadership.
Per quanto riguarda invece il futuro del governo M5s-Pd, il premier Giuseppe Conte stamattina ha assicurato che l’esecutivo andrà avanti. Lo stesso segretario del Pd, Nicola Zingaretti, si è detto dispiaciuto della decisione di Di Maio. Nessuno, al momento, nell’esecutivo giallorosso ha interesse a staccare la spina al governo. Una mossa che rappresenterebbe l’ennesimo assist alla Lega di Matteo Salvini.