Di Maio: “I giochini di palazzo non ci piacciono”
Il leader del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, ha parlato. La prima dichiarazione di intenti che arriva 24 ore dopo la sonora bocciatura in Senato sulle mozioni Tav. “C’è una riforma del M5s che aspetta l’ultimo voto il 9 settembre. Il 9 settembre taglieremo definitivamente 345 parlamentari”, ha annunciato su Facebook.
Il 9 settembre, quindi, il vicepremier e ministro del Lavoro Di Maio pensa che questo governo sarà ancora in carica, nonostante la profonda crisi che si è aperta ieri con la Lega. Tanto che, l’altro vicepremier, il leghista Matteo Salvini pare abbia chiesto al premier Giuseppe Conte, nel corso di un colloquio a Palazzo Chigi, “la testa” di alcuni ministri grillini, primo fra tutti quella di Danilo Toninelli, il titolare delle Infrastrutture.
“I giochini di palazzo – ha scritto Di Maio in un lungo post su Facebook – non ci sono mai piaciuti e questo dibattito sulle poltrone inizia a stancarmi. Siamo andati al governo non per chiederle, ma per tagliarle. E lo abbiamo messo nero su bianco nel contratto, insieme alla Lega”.
E per decidere come muoversi, da qui in avanti, Di Maio, che ieri ha annullato l’assemblea politica con tutti i parlamentari eletti, ha incontrato a Palazzo Chigi i capigruppo M5S Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli. Nella sede del Governo Di Maio dovrebbe incontrare anche il premier.
Le intenzioni del leader del M5s
Il ministro grillino non ha intenzione, quindi, di fare alcun passo indietro al momento. Almeno non fino a quando non arriverà l’ok alla riforma costituzionale.
“Significa che alle prossime elezioni molti vecchi politicanti dovranno iniziare a cercarsi finalmente un lavoro. È una riforma epocale contro i privilegi dei politici e in favore del buon senso”, ha scritto Di Maio.
“Per anni lo Stato ha saputo solo chiedere, dal 9 settembre invece comincerà a restituire qualcosa indietro ai cittadini: risparmiamo mezzo miliardo di euro da mettere su strade, ospedali, sulla riduzione delle tasse”, aggiunge.
E lancia un messaggio agli alleati della Lega: “Manca solo l’ultimo voto e mi auguro nessuno si tiri indietro all’ultimo minuto, sarebbe gravissimo. Anzi, sarebbe un segnale al Paese. Il segnale di chi non vuol cambiare nulla”.
Come per dire: nonostante la bocciatura di ieri sulla Tav, noi restiamo perché dobbiamo arrivare a quel risultato, al taglio delle poltrone dei parlamentari.
“Le parole sono belle ma non bastano. Servono i fatti”, ha concluso.
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