Luigi Di Maio, capo politico del Movimento Cinque Stelle, ha convocato martedì 13 marzo una conferenza stampa presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, a Roma. La conferenza arriva all’indomani della direzione del Partito democratico in cui è stata ribadita l’intenzione del Pd di restare all’opposizione nonostante l’invito di M5S a collaborare alla formazione del governo.
La direzione ha inoltre segnato la fine della segreteria di Matteo Renzi e l’inizio della reggenza del ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, dopo la sconfitta subita dal Partito democratico alle elezioni dello scorso 4 marzo.
L’intervento di Di Maio
“Penso che il voto del 4 marzo sia stato un segnale importante degli italiani”, ha detto Di Maio. “Penso sia stato un voto post-ideologico, ma non estremista. Ho fatto una campagna non estremista, dicendo che è troppo tardi per uscire dall’euro per l’Italia e aprendo al dialogo”.
“Non contempliamo alcuna ipotesi di governo istituzionale o di governo di tutti”, ha proseguito Di Maio. “Gli italiani hanno votato per un candidato premier, un programma e per le coperture di quel programma. Mi sarei aspettato da tutte le forze politiche un contatto sui temi, invece vedo forze politiche discutere al loro interno dei loro problemi, e questo è un grande rammarico. Non possiamo perdere l’opportunità di risolvere i problemi degli italiani”.
“Le presidenze delle Camere non riguardano le politiche di governo, e non sono collegate a delle alleanze o alle dinamiche di governo. Sono figure di garanzia per il parlamento”, ha detto Di Maio. “Dobbiamo liberare l’Italia dalle dinamiche interne delle forze politiche. Se queste non hanno compreso il segnale degli italiani, e hanno bisogno di un segnale più forte, a noi non spaventa tornare a votare”.
“Noi siamo l’unico movimento che vuole ridurre debito pubblico con misure espansive. Siamo l’unica forza politica in questo paese che governa comuni che non hanno aumentato di un euro il loro debito”, ha detto il leader M5S. “La parola chiave per noi è responsabilità, e trovo singolare che siamo noi a richiamare su questo forze politiche che dal 5 marzo hanno iniziato a litigare sulle loro questioni interne”.
“In caso di alleanza con la Lega chi sarebbe il presidente del Consiglio?”, chiede una giornalista australiana. “Non siamo disposti a tradire il voto popolare”, risponde Di Maio. “Noi siamo inevitabilmente proiettati al governo. Chi viene verso di noi venga con proposte. Vogliamo un’interlocuzione sui temi e su questo non ho visto avanzare neanche una proposta”.
“Non siamo disponibili a immaginare un governo diverso da quello riconosciuto dalla volontà popolare con oltre il 32 per cento. La seconda forza politica è ad oltre dieci punti di distanza da noi”, ha detto Di Maio.
Sull’eventualità di un ritorno al voto, Di Maio ha confermato che non sono state commissionate ricerche sulle prossime elezioni. “Il M5S è l’unica speranza per portare questo paese fuori dalle dinamiche di partito, per questo credo sia inesorabilmente destinato a crescere”.
“Il ministro Padoan è stato irresponsabile a trascinare la questione in Europa”, ha detto Di Maio riferendosi alle parole di Padoan di questa mattina. “Tutti siamo chiamati alla responsabilità in questo momento”, ha aggiunto.
“Quella del M5S non è una linea che tende ad isolare l’Italia, che con noi resterà nell’Ue, resterà alleata dell’Occidente e resterà nella Nato, ma con l’ambizione di cambiare alcune cose che non funzionano”, ha detto il capo politico dei grillini. “Un esempio è quello che sta succedendo in nordafrica e in Libia. Non bisogna stravolgere la politica estera dell’Italia, ma aumentare il ruolo dell’Italia in Europa”.
“A chi mi chiede: il suo primo viaggio da premier negli Usa o in Russia? Io rispondo: a Bruxelles. Dobbiamo tutelare il made in Italy e le nostre aziende”, ha detto Di Maio. “Credo molto nel dialogo, e noi abbiamo la squadra di negoziatori migliore al mondo. Metteremo in atto non solo tagli, ma anche misure espansive”.
Sulla formazione della maggioranza Di Maio dice: “Non sto incoraggiando al cambio di casacca, che riguarda i singoli parlamentari. Noi parliamo di convergenza sui temi, e non sulle poltrone da dividerci. Siamo aperti al dialogo per la spartizione delle presidenze di Camera e Senato e dei relativi uffici, ma non delle cariche di governo. Questo perché credo nella divisione tra potere legislativo ed esecutivo”.
A una giornalista che gli chiede le ragioni del cambio di posizione del M5S nei confronti dell’Unione europea, contro la quale Grillo nel 2014 si era scagliato, Di Maio risponde che in Europa molto è cambiato negli ultimi anni. “Riteniamo che oggi ci sia più spazio di dialogo dentro l’eurozona e dentro l’Ue, piuttosto che fuori”, ha detto.
“Noi, come Italia, abbiamo un grande deficit politico, perché negli ultimi dieci anni non abbiamo mandato in Ue le figure giuste a negoziare le esigenze della nostra economia, caratterizzata da imprese eccezionali ma fragili, che hanno bisogno di misure specifiche”, ha detto Di Maio.
“Sto facendo tutto il possibile per far sì che la XVIII legislatura sia quella del cambiamento. Oggi credo che tutta l’Europa stia riflettendo su come cambiare. Vogliamo massimo dialogo con le forze di governo europee. Nessun dialogo con gli estremisti”.
A un giornalista che gli chiede su quali temi il M5S è disponibile ad aprirsi a un dialogo, Di Maio ha risposto che potrà dirlo quando arriveranno proposte dalle altre forze politiche e che finora non ne sono arrivate.
Al giornalista del Wall Street Journal che gli ha chiesto se la regola dei due mandati vale anche nel caso in cui si torni subito a votare, Di Maio ha detto che il M5S guarda al governo e non pensa all’ipotesi del ritorno al voto.
“Credo che il popolo italiano sia diventato post-ideologico”, ha detto Di Maio a un giornalista che gli ha chiesto se M5S intende raccogliere le rovine della socialdemocrazia. “Ora gli italiani vogliono guardare alle cose concrete, decidendo per cosa votano, anziché per chi.”
“Ormai tutti i partiti tradizionali sono in rovina”, ha detto Di Maio. “Perché ci sono temi che bisogna affrontare da trent’anni e che noi avevamo nel nostro programma”.
Sul deficit Di Maio ha detto che “ormai tutti concordano che la regola del 3 per cento vada superata”, ma che bisogna decidere come.
“Il M5S ha avuto un grandissimo risultato al Sud e un grande risultato in tante regioni del Nord”, ha detto Di Maio. “Abbiamo aumentato i voti in Lombardia e siamo la prima forza politica in molte regioni del Nord. Rappresentiamo tutto il territorio nazionale, perché i problemi ci sono sia a nord che a sud. I ponti crollano anche in Lombardia, non solo in Sicilia. La corruzione c’è anche al nord, non solo al sud. A differenza di altri, che sono forze territoriali, noi siamo una forza nazionale”.
A una giornalista russa che gli ha chiesto a quale leader politico si ispira, Di Maio ha risposto: “Io mi ispiro al gioco di squadra”.
Un giornalista che collabora con la stampa finlandese ha posto infine una domanda sul reddito di cittadinanza, che alcune regioni italiane hanno provato ad attuare. “Ben venga se la nostra proposta è accettata da altre forze politiche”, ha detto Di Maio. “Ma noi riteniamo che le dimensioni del fenomeno della povertà siano tali che dovremmo attuare questa misura al più presto”.
L’annuncio della conferenza stampa
Di Maio ha annunciato la conferenza stampa con un tweet lunedì 12 marzo. “Gli italiani si aspettano responsabilità da chi ha fatto questa legge elettorale, ma assistiamo ai soliti giochi di potere sulla pelle dei cittadini”, ha scritto il leader politico dei grillini, riferendosi probabilmente alla decisione del Pd e alle avances di Forza Italia ai democratici.
Gli italiani si aspettano responsabilità da chi ha fatto questa legge elettorale, ma assistiamo ai soliti giochi di potere sulla pelle dei cittadini.
Domani seguite il mio intervento alla sala stampa estera
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) 12 marzo 2018
Lunedì infatti il capogruppo uscente di Forza Italia a Montecitorio Renato Brunetta ha aperto a una possibile alleanza Renzi-Berlusconi. “Vedrei bene Renzi e Berlusconi insieme nel centrodestra allargato”, ha detto Brunetta ospite a Circo Massimo su Radio Capital. “Sarebbe giusto dare una presidenza delle Camere al Pd per ottenere un appoggio esterno a un nostro governo”, ha aggiunto.
L’apertura di Forza Italia al Pd è stata bloccata dal leader della Lega Matteo Salvini, che ha commentato: “Gli italiani non ci hanno votato per riportare Renzi al governo, e neanche Gentiloni”.
Il nodo della presidenza delle Camere
Secondo il quotidiano romano Il Messaggero, Lega e M5S hanno già trovato un accordo per l’assegnazione delle presidenze di Camera e Senato, tradizionalmente spartite tra i vincitori delle elezioni.
L’accordo vorrebbe il grillino Danilo Toninelli alla guida del Senato e il leghista Giancarlo Giorgetti alla Camera. Resterebbe fuori in questo modo dalla presidenza di una delle Camere Forza Italia, principale alleato della Lega nella coalizione del centrodestra.
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