Alessandro Di Battista sta con Giuseppe Conte e punta il dito contro gli “irresponsabili” che vogliono far cadere il Governo nel pieno della pandemia da Covid-19. L’ex deputato M5S – considerato il capofila dei dissidenti pentastellati, opposti all’ala “governista” del movimento – va invece all’attacco di Matteo Renzi, che definisce il “peggio ci sia attualmente nelle nostre istituzioni”.
“È da irresponsabili, da folli, pensare di far cadere Giuseppe Conte o parlare di rimpasto in tempi di pandemia”, dice Di Battista in una intervista a Il Fatto Quotidiano. “È ridicolo ipotizzare di far cadere questo esecutivo per una task force”.
“Vogliono una crisi di governo ora, con il rischio concreto di una terza ondata e proprio mentre la Bce inizia a comportarsi davvero come una Banca centrale europea (e speriamo che continui a farlo)? Solo in Italia in una fase così drammatica si parla di cose del genere”, prosegue l’ex deputato Cinque Stelle.
Di Battista va all’attacco: “Non stanno contestando il presidente del Consiglio sulla base di questioni concrete, bensì solamente per gelosie interne. Ci sono altri interessi, altre dinamiche”. Matteo Renzi, prosegue, “è quanto di peggio ci sia attualmente nelle nostre istituzioni, io l’ho sempre detto, anche nei giorni nei quali si formò questo governo”.
E ancora: “L’ex premier ha alcuni sgherri di sua fiducia anche dentro il Pd, è evidente. Questi attacchi a Conte non possono essere minimamente avallati. Io sarò il primo a chiedere conto di come verranno spesi i soldi del Recovery Fund, perché è denaro pubblico. E vorrò sapere chi li gestirà, con nomi e cognomi. Ma nonostante le mie critiche al governo, lo ripeto, sono contrarissimo al rimpasto, e figurarsi cosa penso di una crisi di governo”.
“Non è accettabile ascoltare ultimatum da chi ha perso le scorse elezioni”, aggiunge Di Battista. “Casomai a farne, su argomenti come Autostrade o la legge sul conflitto di interessi, dovrebbe essere chi quelle politiche le ha vinte…”. E su Autostrade e governo chiosa: “Io ho chiesto e chiedo durezza su certi temi, a Conte come al Movimento. E parlo innanzitutto della revoca della concessione ai Benetton. Mi riservo la libertà di muovere le mie critiche politiche, come ho fatto anche nei mesi scorsi. Per esempio io non ero d’accordo con il presidente del Consiglio sulle elezioni in Puglia”.
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