M5S, deputati Angiola e Rospi lasciano il gruppo e passano al Misto
È un inizio 2020 a dir poco travagliato per il M5S: dopo l’espulsione del “dissidente” Gianluigi Paragone, stabilita dal collegio dei probiviri lo scorso 1 gennaio, e la conseguente fronda interna contro Luigi Di Maio che vede schierato contro il leader anche un volto storico del Movimento come Alessandro Di Battista, due deputati lasciano il gruppo e vanno nel Misto. Si tratta di Nunzio Angiola e Gianluca Rospi.
Il primo, Angiola, è di Taranto, ha 51 anni ed è un professore di Economia all’università di Foggia. Il secondo, invece, ha 41 anni ed è un ingegnere di Matera. Anche lui è un docente, di fisica, e insegna all’università della Basilicata. Entrambi sono usciti sbattendo la porta e il frutto della discordia, ancora una volta, è stata l’approvazione della Manovra.
Una notizia, questa, che arriva a poco meno di un mese dall’uscita dal Movimento Cinque Stelle dei tre senatori Urraro, Grassi e Lucidi (passati addirittura alla Lega). E che alimenta ancora di più le voci di una crisi strutturale tra i grillini, viste anche le recenti dimissioni dell’ormai ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti.
L’addio di Angiola: “Non potevo accettare quella Manovra”
“Come avevo ripetutamente preannunciato – ha scritto Angiola in una nota – per una serie di meditate e rilevanti ragioni ho dato il mio voto di fiducia al Governo di Giuseppe Conte, ma non ho votato la Legge di Bilancio. Ho manifestato vivo disappunto per la compressione delle prerogative parlamentari e per l’approvazione di provvedimenti che, nella mia qualità di professore ordinario nell’Università, non potevo assolutamente accettare. Ho più volte denunciato scarsa collegialità e scarsa attenzione ai singoli parlamentari, sia come persone sia come professionisti, con tutte le conseguenze che ciò può comportare in termini di visibilità dei territori nelle scelte legislative e di Governo”.
Rospi: “Nel M5S gestione verticistica e oligarchica”
Rospi, addirittura, è tra i parlamentari del M5S che erano assenti in Aula il giorno del voto della legge di Bilancio. In quell’occasione, aveva dichiarato di non essere stato presente a causa di “gravi motivi familiari”. Poi, l’addio al gruppo del Movimento Cinque Stelle e l’adesione al Misto: “Lascio il M5S – ha dichiarato Rospi in una nota – e passo al gruppo Misto perché, Manovra di Bilancio a parte, non è più tollerabile una gestione verticistica e oligarchica”.
“Il M5S – si legge ancora – non vuole più dialogare, con la base che si limita a veicolare le scelte prese dall’alto senza più essere portatrice di proposte. Non è un cambio di opinione, ma la semplice presa d’atto di una chiusura del MoVimento nei miei confronti. Ho l’impressione che nel nostro Paese ci sia un atteggiamento passivo nei confronti del presente; un atteggiamento in grado di sgretolare uno dei pilastri del nostro stare insieme e del nostro modo di guardare al futuro. È come se si pretendesse di avere diritto a un domani migliore senza essere consapevoli che bisogna saperlo conquistare, costruendolo insieme e da protagonisti”.