La legge sull’immigrazione sta per subire diverse modifiche. La maggioranza aveva annunciato questo cambio di passo da tempo e da un mese il testo del nuovo dl che modifica i decreti sicurezza di Salvini è a Palazzo Chigi, pronto per essere messo in discussione in CdM. Si tratta di nove articoli con disposizioni urgenti in materia di migrazione, protezione internazionale e permessi di soggiorno.
Le correzioni ai decreti Salvini le aveva chieste un anno e mezzo fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel momento della promulgazione del secondo decreto fortemente emendato dal Parlamento con le maximulte per le navi umanitarie che fossero entrate in acque italiane senza il permesso. Ma cosa cambierà esattamente nel testo voluto da Pd e M5S e trasmesso dalla ministra Lamorgese?
Niente più sanzioni per i soccorsi
Innanzitutto, le multe sono state riportate alla cifra iniziale, da 10 a 50.000 euro. Ma viene specificato che “il divieto di transito e sosta nelle acque territoriali non può essere applicato nell’ipotesi di operazioni di soccorso immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente per il soccorso marittimo e allo Stato di bandiera ed effettuate nel rispetto delle indicazioni della competente autorità per la ricerca e soccorso in mare”.
Vietati i respingimenti verso i paesi pericolosi
Nel testo del decreto si legge: “Non sono ammessi il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti. Nella valutazione di tali motivi si tiene conto anche dell’esistenza, in tale Stato, di violazioni sistematiche e gravi di diritti umani”. Questo significa esplicitare che i recuperi in mare di migranti da parte della guardia costiera libica stridono con il diritto internazionale.
Protezione e permessi di soggiorno: casi ampliati
Verrà fortemente ampliata la casistica dei nuovi permessi di soggiorno. Non è un ritorno in toto alla protezione umanitaria, ma viene assicurata la protezione speciale a tutte le categorie vulnerabili e la conversione in permessi di lavoro di molte tipologie di permessi di soggiorno. E ancora, l’articolo 5 bis ripristina il diritto all’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo a cui viene rilasciata una carta d’identità di validità limitata al territorio nazionale e della durata di tre anni. (Ne avevamo parlato con un’intervista a Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, un anno fa. Proprio quando Salvini vietò la registrazione all’anagrafe dei richiedenti asilo).
Verrà anche dimezzato il periodo di trattenimento nei centri per il rimpatrio dei migranti in attesa di essere rimandati nel Paese d’origine, da 180 a 90 giorni “prorogabili per altri 30 qualora lo straniero sia cittadino di un Paese con cui l’Italia abbia sottoscritto accordi in materia di rimpatri”.
Ritorna il sistema di accoglienza diffuso
L’articolo 4 del nuovo decreto è quello che riforma integralmente il sistema di accoglienza ora chiamato “Sistema di accoglienza e integrazione”. Ritornando al sistema diffuso (simile a quelli che erano gli Sprar) e ripristinando una serie di servizi anche per i richiedenti asilo a cui Salvini aveva sostanzialmente tolto ogni diritto. Nei centri “sono erogati, anche con modalità di organizzazione su base territoriale, oltre alle prestazioni di accoglienza materiale, l’assistenza sanitaria, l’assistenza sociale e psicologica, la mediazione linguistico-culturale, la somministrazione di corsi di lingua italiana e i servizi di orientamento legale e al territorio”. Ai titolari di protezione internazionale, ai minori non accompagnati e ai titolari di protezione speciale vengono poi forniti “l’orientamento al lavoro e la formazione professionale”.
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