Dopo gli interventi di Renzi arriva la sfida di Salvini al Pd per farsi paciere nell’infinita querelle sul ddl Zan: “Accogliamo l’invito della Santa Sede, troviamoci entro domani e condividiamo insieme un testo che aumenti le pene per chi discrimina o aggredisce due ragazzi o due ragazze che si amano, la libertà di amare è sacra. Se da ddl Zan togliamo l’ideologia, il coinvolgimento dei bambini e l’attacco alla libertà di pensiero, intervenendo sugli articoli 1, 4 e 7, finalmente si smette di litigare e si approva una norma di protezione e civiltà”.
“Se il Pd invece rifiuterà ascolto e dialogo, invocati anche da tante associazioni e movimenti di gay, lesbiche e femministe, si assumerà la responsabilità di affossare questa legge. A me non interessa litigare, io lavoro per risolvere i problemi e proteggere gli italiani”, aggiunge il leghista.
Franco Mirabelli, presidente dei dem, risponde: “L’appello di Salvini non è credibile e non cambia nulla. La Lega ha bloccato il ddl Zan. Andiamo in Aula il 13 luglio e vediamo, ognuno si prenderà le sue responsabilità”. Secondo Alessandro Zan, il disegno è ormai chiaro: “Stanno cercando di affossare la legge contro i crimini d’odio. Dobbiamo reagire, insieme”, scrive su Facebook il deputato Pd annunciando una diretta social nel pomeriggio dove ha ribadito: “Noi del Pd non chiederemo mai il voto segreto in Aula al Senato perché i partiti devono assumersi piena responsabilità di portare a casa questa legge. Se la approveremo potremo dare al Paese un futuro migliore – ha osservato Zan – Se la destra tornasse al potere non è improbabile che vari una legge come quella approvata in Ungheria da Orban che ci porterebbe ancora più indietro”.