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    Tensione sul Ddl Zan, Renzi spinge per il “compromesso” con la destra. L’ira di Pd e M5S: “Vuole affossare la legge”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 5 Lug. 2021 alle 07:56 Aggiornato il 5 Lug. 2021 alle 19:11

    Ddl Zan, Renzi: “Italia Viva non vuole affossare la legge, meglio un compromesso”

    “Italia Viva non vuole affossare la legge”: lo dichiara Matteo Renzi dopo le polemiche scaturite dalla decisione del suo partito di presentare alcuni emendamenti al ddl Zan in cui si proponeva, tra le altre cose, di rimuovere il riferimento all’identità di genere, contenuta nell’articolo 1 della legge.

    Una decisione che ha provocato l’ira del M5S e di tutto il centrosinistra con il leader del partito, Matteo Renzi, accusato di ammiccare al centrodestra di Salvini e alla sua volontà di affossare la legge.

    Intervistato da La Repubblica, però, il leader di Italia Viva si difende delle accuse e dichiara di non avere nessuna intenzione di affossare il ddl Zan.

    “È vero il contrario: siamo gli unici a volerlo salvarlo – dichiara Renzi – L’ipocrisia di chi urla sui social ma sa che al Senato non ci sono i numeri è la vera garanzia dell’affossamento della legge. Se andiamo sotto su un emendamento a scrutinio segreto, questa legge è morta e ne riparliamo tra anni. E quanti ragazzi gay soffriranno per la mancanza di questa legge? Voglio evitare questo rischio. Ma per fare le leggi servono i voti dei senatori, non i like degli influencer. Chi vuole una legge trova i numeri, chi vuole affossarla trova un alibi”.

    Secondo Renzi, dunque, meglio un compromesso: “La questione è sempre la stessa, il contrasto tra massimalisti e riformisti. I massimalisti fanno i convegni, i riformisti fanno le leggi. Preferisco un buon compromesso a chi pensa di avere ragione solo lui ma non cambia le cose”.

    A chi lo accusa di voler in questo modo affossare la legge, Renzi risponde: “Io ho firmato le Unioni Civili. E l’ultima sera prima della decisione di porre la fiducia ci fu una polemica sulla stepchild adoption. Chi si fidava dei grillini ci assicurava che avrebbero votato a favore”.

    Renzi, quindi, ripercorre l’episodio: “Io non mi fidai e dopo aver parlato col primo ministro del Lussemburgo, il mio amico Xavier Bettel, misi la fiducia togliendo la stepchild. E meno male! I grillini nella notte fecero marcia indietro e la legge fu approvata coi voti di Verdini. Grazie a quella legge da cinque anni migliaia di persone dello stesso sesso possono sposarsi. Se non avessimo fatto un compromesso oggi in Italia ci sarebbero meno diritti”.

    Il leader di Italia Viva, poi, spiega la proposta del suo partito: “A me interessa che ci sia una buona legge. La proposta di Scalfarotto, firmata anche da Zan, elimina i punti controversi su identità di genere e scuola. Può essere un punto di caduta. L’importante è non affossare la legge: a scrutinio segreto la legge rischia molto. Anche nei gruppi Pd Cinque Stelle potrebbero mancare voti, è il segreto di Pulcinella”.

    Sul fatto che le proposte di Italia Viva coincidono con quelle della destra, Renzi risponde: “Non sapevo che le femministe – che chiedono di eliminare identità di genere – fossero di destra. Ma comunque se la destra vota a favore di una legge del genere significa che è una destra europea. Meglio una destra che assomiglia alla Merkel di una destra che assomiglia a Orban”.

    Renzi poi sottolinea: “Il Pd deve decidere: vuole una bandierina anche a costo di condannare una generazione di ragazze e ragazzi gay a non avere tutele o preferisce una legge? Io non avrei dubbi. E vero che per tanti anni i dirigenti dem hanno preferito il consenso identitaria al compromesso politico: infatti fino a che non sono arrivato io, nessuno ha fatto la legge sulle unioni civili. Proponiamo di votare gli emendamenti di Scalfarotto, non quelli di Pillon”.

    Italia Viva, però, il ddl Zan alla Camera lo ha votato così com’è. Renzi spiega il perché: “Lì c’erano i numeri. Noi siamo a favore della Zan. Ma se al Senato non ci sono i numeri preferisco fare una buona legge modificando qualcosa. In Italia, come noto, c’è ancora il bicameralismo: finché non cambia la costituzione, il voto del Senato serve. Se poi vogliamo abolire il bicameralismo, io sono favorevole da sempre. Ci ho perso la poltrona per quella battaglia, non ho cambiato idea”.

    A chi lo accusa, all’interno del Pd, di volersi sganciare dal centrosinistra, Renzi risponde: “Il Pd in questi mesi ha scelto una strategia suicida, immolandosi per Conte sia nella vicenda crisi che su Draghi che nelle ultime discussioni in casa grillina. Forse i nostri amici del Nazareno potrebbe occuparsi di più della loro miope visione anziché attaccare noi che non ci svendiamo a un progetto fallimentare come quello pentastellato”.

    Su un possibile accordo con la destra per eleggere il prossimo presidente della Repubblica, Renzi si dice pronto a stringere un patto “anche con la destra, certo. Il sogno è sempre quello di eleggere un Presidente della Repubblica con un consenso amplissimo. In questa elezione, per di più più, la destra ha il 45% dei grandi elettori, quindi sarà sicuramente al tavolo. E meno male che bel 2019 abbiamo tolto i pieni poteri al Salvini del Papeete: fossimo andati a votare allora – come volevano alcuni dirigenti anche del Pd – ora dovremmo eleggere un Presidente sovranista”.

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