“Nicola Zingaretti ha ereditato un partito diviso, ancora condizionato, e non in senso positivo, da chi lo ha preceduto”. Massimo D’Alema commenta la situazione del Pd e della sinistra italiana in generale in un’intervista a Sette – Corriere della Sera di Vittorio Zincone.
“La nuova segreteria non ha il governo dei gruppi parlamentari”, dice D’Alema riferendosi a Zingaretti. “Non è nelle condizioni di prendere iniziative politiche così impegnative e spregiudicate”.
L’ex segretario del Pds, uscito dal Pd nel 2017, tende però una mano a Zingaretti da Articolo 1-Mdp quando dice di essere “favorevole a una nuova unità e a un rinnovamento del centrosinistra”, ma – aggiunge – “sono un militante disciplinato. Farò quel che decideremo insieme ai miei compagni”.
Per quanto riguarda i risultati delle Europee, D’Alema commenta: “La cosiddetta “post-politica” dei Cinque Stelle è stata ridimensionata. Il Paese si riassesta su un bipolarismo destra-sinistra, ma zoppo. C’è uno squilibrio a favore della destra”.
D’Alema cita anche Vladimir Putin quando dice: “Chi volesse ricostruire l’Unione Sovietica sarebbe un uomo senza cervello, ma chi non ne ha un rimpianto è un uomo senza cuore”.
“Io applico lo stesso discorso al Partito Comunista Italiano”, spiega.
“Considero inutile e vecchio il dibattito se guardare a sinistra o al centro”, dice D’Alema nell’intervista. “Il problema è sanare la frattura tra la sinistra e il mondo del lavoro. La sinistra si è trovata disorientata di fronte a una globalizzazione che ha acuito le disuguaglianze”
E sulla Lega dice: “I reati diminuiscono, i flussi migratori si restringono, eppure il dibattito pubblico è dominato da una destra che invoca più sicurezza. È in corso un’operazione di camuffamento della realtà fatta alla maniera dei fascismi: i nazisti raccontavano che si stava male per colpa degli ebrei, la destra, oggi, dà la colpa agli immigrati”.