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    Crisi di governo, il totoministri: Italia Viva punta a quattro dicasteri, nel M5S spunta la “quota Conte”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 2 Feb. 2021 alle 11:04

    Crisi di governo, totoministri: Italia Viva punta a 4 ministeri, Crimi all’Interno

    Continuano le trattative per risolvere la crisi di governo e dare vita a un Conte ter: secondo l’ultimo totoministri, il Movimento 5 Stelle vorrebbe confermare in blocco i suoi ministri, il Pd vorrebbe aumentare la sua compagine, mentre Italia Viva avrebbe addirittura richiesto il raddoppio dei suoi ministeri passando da 2 a 4.

    Chi dovrà cedere al tavolo delle trattative è sicuramente il Movimento 5 Stelle. Secondo voci di palazzo, infatti, è ormai certo il sacrificio di Alfonso Bonafede alla Giustizia e probabilmente anche quello di Nunzia Catalfo al Lavoro, la quale dovrebbe essere sostituita da un esponente Pd (Serracchiani o Marcucci i nomi più in voga).

    Se fossero confermate queste due uscite, sarebbe impossibile per il M5S accettare anche il “licenziamento” di Lucia Azzolina alla Scuola, la quale, dunque, dovrebbe rimanere al suo posto.

    Gli altri cambi in quota 5 Stelle potrebbero essere dettate più da logiche interne che dalle trattative con gli altri partiti della maggioranza. Stefano Patuanelli potrebbe prendere il posto di Riccardo Fraccaro come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, mentre Patuanelli verrebbe sostituito da Stefano Buffagni.

    Secondo il Corriere della Sera, all’interno del Movimento 5 Stelle potrebbe esserci anche una “quota Conte”, che dovrebbe essere rappresentata da Mario Turco, sottosegretario a Palazzo Chigi e fedelissimo del premier dimissionario, che Conte vorrebbe come ministro del Sud.

    Roberto Gualtieri dovrebbe rimanere all’Economia, il ministero che rappresenta il vero sogno di Renzi, nonostante nella giornata di lunedì 1 febbraio siano circolati i nomi di Fabio Panetta, ex direttore generale della Banca d’Italia, e dell’attuale direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

    Data per scontata l’uscita di Alfonso Bonafede, alla Giustizia potrebbe andare un tecnico con l’obiettivo di “depoliticizzare” un ministero così importante, ripetendo ciò che è stato già fatto all’Interno con la Lamorgese che sostituì Salvini.

    Se ieri la favorita sembrava essere Paola Severino, nelle ultime ore sono salite le quotazioni dell’ex presidente della Consulta, Marta Cartabia, che ora sembrerebbe essere in pole. Sullo sfondo rimangono due big del Pd: Andrea Orlando e Dario Franceschini.

    Non potendo avere l’economia, Italia Viva avrebbe chiesto le Infrastrutture o lo Sviluppo Economico, dove potrebbero andare o Maria Elena Boschi oppure Ettore Rosato.

    Per quanto riguarda il partito di Matteo Renzi, potrebbero rientrare in partita anche Teresa Bellanonva ed Elena Bonetti, ovvero le due ministre di Italia Viva che facevano parte del Conte bis, le quali potrebbero addirittura tornare ai loro vecchi ministeri (Agricoltura e Famiglia, anche se quest’ultimo potrebbe andare al gruppo dei “responsabili”).

    Un’altra casella su cui sono in atto trattative frenetiche è il Viminale. Luciana Lamorgese gode della stima sia di Conte che del Quirinale, ma potrebbe essere sacrificata in nome della crisi di governo.

    Italia Viva avrebbe chiesto il ministero dell’Interno o quello della Difesa. In lizza per il partito di Renzi c’è Ettore Rosato, mentre un’altra possibilità è che l’attuale ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, traslochi all’Interno liberando quindi un posto. In lizza per il Pd c’è anche Roberta Pinotti, mentre nelle ultime ore è spuntata anche l’ipotesi Vito Crimi per l’Interno.

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