Crisi di governo, rivolta M5S contro Di Maio
Una rivolta contro Luigi Di Maio, ritenuto colpevole di pensare troppo ai propri interessi, di anteporli a quelli del M5S. È quella andata in scena in questi giorni nel movimento pentastellato e confermata dalle conversazioni riservate delle chat interne. Il retroscena è stato pubblicato oggi dal quotidiano La Stampa, che racconta come gli attriti siano emersi con i veti posti dal capo politico nel corso della trattativa con il Pd per un accordo di governo.
Di Maio agli interlocutori Dem avrebbe provato ad ottenere sia vicepresidenza del Consiglio che ministero dell’Interno, rischiando di far saltare la possibile intesa. Le richieste del ministro sarebbero stata la principale causa dello stop al dialogo in alcune fasi.
La Stampa parla di un colonnello di peso del Movimento 5 Stelle che, seduto su un divanetto a Montecitorio, ha mostrato la rissa tra pentastellati in chat. Gli oppositori di Di Maio, dalle mosse del capo politico, avrebbero visto il tentativo di salvare se stesso. Ma il desiderio sarebbe quello di vederlo in un ruolo minore, se vorrà rimanere nel nuovo esecutivo Conte. “Restino fuori dal nuovo governo”, è il pensiero espresso.
Una volta chiuso l’accordo di governo con il Pd gli oppositori vorrebbero poi depotenziare Di Maio all’interno del partito. L’obiettivo potrebbe essere raggiunto da una parte mettendo in soffitta gli uomini a lui più vicini e dall’altra, affiancandogli un direttorio allargato. È un po’ quello che è successo negli ultimi giorni di confronto sulla crisi di governo, quando insieme ai capigruppo di Camera e Senato si sono seduti al tavolo i capigruppo delle commissioni parlamentari.
Nel corso delle trattative con il Pd sarebbero state avviate anche trattative parallele con esponenti del Pd. Come rivela ancora La Stampa, con alcune telefonate nelle ultime ore è stato avviato un lavoro silenzioso per portare l’ex capo della Polizia Franco Gabrielli al ministero dell’Interno, che è proprio il dicastero che Di Maio avrebbe voluto per sé.