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    Il Governo striglia le Regioni e valuta la stretta: verso un nuovo Dpcm con coprifuoco dalle 22

    Il premier Giuseppe Conte. Credit: ANSA
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 17 Ott. 2020 alle 11:21 Aggiornato il 17 Ott. 2020 alle 11:23

    L’ultimo Dpcm anti-Covid è entrato in vigore da poco più di 72 ore, ma il repentino incremento dei contagi registrati negli ultimi giorni potrebbe spingere il Governo a varare un nuovo provvedimento più restrittivo. Tra le misure allo studio, si fa probabile l’introduzione del coprifuoco a partire dalle ore 22, oltre all’intensificazione dello smart working e allo stop per gli sport di contatto. Il nuovo Dpcm potrebbe essere varato tra domenica 18 e lunedì 19 ottobre.

    A spingere per una ulteriore stretta è in particolare il Partito democratico, mentre il premier Giuseppe Conte – pur preoccupato per l’arrivo della seconda ondata – ritiene importante che le restrizioni imposte agli italiani si mantengano “proporzionate” e teme soprattutto per la tenuta del tessuto economico. La maggioranza è compatta almeno su due punti: evitare un secondo lockdown e mantenere le scuole aperte.

    Su quest’ultimo punto filtra dal Governo irritazione per il pressing di alcune Regioni sulla didattica a distanza. La fuga in avanti del presidente campano De Luca ha mandato su tutte le furie la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e anche Francesco Boccia, delegato alle Autonomie. Così come non è piaciuta l’analoga ordinanza della Regione Lombardia (dove è prevista didattica online alternata a quella in presenza).

    Alle Regioni viene rimproverato dal Governo di non aver saputo gestire il tema del trasporto pubblico locale né l’organizzazione dei tamponi. Ma non solo. Al commissario Domenico Arcuri non tornano i conti sulle terapie intensive: dei ventilatori forniti alle Regioni per curare i malati Covid più gravi, circa 1.600 risultano non attivati. E di questi 1.600 circa 150 sono proprio nella Campania di De Luca. Il ministro Boccia sembra dunque intenzionato a dare una strigliata ai governatori nel vertice di questa mattina nella sede della Protezione Civile.

    Il numero dei ricoverati in terapia intensiva è ancora sotto controllo: ad oggi siamo a 638 posti occupati da pazienti su una disponibilità totale di 6.458 postazioni attive. Ma il Governo ritiene probabile che si arriverà a quota mille. Nel caso in cui si superassero i 2.500 ricoveri in terapia intensiva, significherebbe che la situazione è allarmante.

    Ecco allora che per allontanare quello scenario e per scongiurare un secondo lockdown, potrebbero essere emanate nelle prossime ore nuove restrizioni, più severe rispetto a quelle da poco entrare in vigore (obbligo di mascherine all’aperto, divieto di feste private e chiusura alle 24 imposta a bar e ristoranti). L’ipotesi al momento più concreta è quella di un coprifuoco generalizzato dalle ore 22, accompagnata da un incremento dello smart working, almeno per la Pubblica Amministrazione, e dalla sospensione delle attività sportive per gli sport di contatto. Più remota, invece, l’idea di lockdown limitati ai weekend.

    Leggi anche: 1. Allarme terapie intensive: ecco la situazione regione per regione. Se i casi aumentano non siamo pronti / 2. E alla fine lo hanno fatto: gli sceriffi governatori scavalcano il governo e chiudono le scuole (per colpa loro) – di Luca Telese / 3.  “Ora fermiamoci 3 settimane”: parla Crisanti

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