Il governo procede in maniera graduale, con l’obiettivo di evitare un nuovo lockdown. Se però i contagi e soprattutto il numero dei ricoverati continueranno ad aumentare in maniera esponenziale come in questi giorni, sarà inevitabile procedere a nuove progressive chiusure. Tra le ipotesi in campo, la chiusura delle attività non essenziali e il divieto di spostamento tra le Regioni. Misure più restrittive che diventeranno necessarie se le norme contenute nel Dpcm del 18 ottobre non basteranno per bloccare e invertire l’andamento della curva epidemiologica.
Il governo, secondo quanto riporta Fiorenza Sarzanini sul Corriere, ha fissato una soglia limite, oltre la quale lo spettro di un nuovo lockdown diventerebbe concreto: 2.300 persone in terapia intensiva. Il monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità detterà le linee guida da seguire, in base all’indice Rt delle varie zone. Per questo il governo sta lavorando di concerto con i governatori delle singole Regioni. Le misure prese finora, come il coprifuoco e l’obbligo di mascherine anche all’aperto, potrebbero non bastare.
Molti ospedali sono già in affanno, oltre al fatto che l’età media dei ricoverati si è notevolmente abbassata rispetto alla prima ondata. Se le persone in terapia intensiva ad oggi superano le 900 unità, la convinzione è che oltre le 2300 persone il sistema rischierebbe di collassare. Tra le prossime attività che potrebbero chiudere i battenti ci sono le sale giochi, visto che comportano un affollamento di persone all’interno di un luogo chiuso.
Per il momento non dovrebbero chiudere palestre e piscine. I controlli del Nas hanno infatti dimostrato che i protocolli sono rispettati nella maggior parte dei casi. Verranno però rese obbligatorie tutte quelle precauzioni finora facoltative, in particolare la misurazione della temperatura e lo scaglionamento ulteriore agli ingressi. A rischio anche i centri commerciali. Molti presidenti di Regione hanno già previsto la chiusura nel fine settimana. Se i contagi dovessero continuare a salire, il governo potrebbe decidere di chiuderli a livello nazionale. Inoltre, se il coprifuoco adottato dalle Regioni al momento più colpite, come Lombardia e Lazio, non dovesse risultare sufficiente, si potrebbe impedire di viaggiare da una Regione all’altra se non per “comprovate esigenze”, come motivi di lavoro e di salute.
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