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    Dopo il Covid il ministro Amendola vuole riformare l’Oms, ma il governo se ne è dimenticato

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 1 Giu. 2020 alle 06:31

    Dopo il Covid Amendola vuole riformare l’Oms

    “L’Italia vuole un’indagine indipendente sull’origine della pandemia di Covid-19 in Cina e sostiene le richieste dell’India di riformare gli organismi multilaterali come l’Oms, che non hanno funzionato come previsto durante l’attuale crisi”, lo ha detto il ministro per gli Affari Europei italiano, Vincenzo Amendola, al quotidiano indiano Hindustan Time, in un’intervista rilasciata il 30 maggio scorso. Eppure, per quanto il ministro avesse già parlato in Italia della necessità di condurre un’indagine sul comportamento della Cina nella gestione della pandemia, non si era mai pronunciato sulle responsabilità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nella diffusione dell’epidemia. E, come lui, nemmeno il suo governo.

    Ma al quotidiano indiano, Amendola ha manifestato la disponibilità ad appoggiare l’India nelle proposte di riforma che il primo ministro Modi ha intenzione di avanzare quando presiederà il G20 nel 2022, proprio dopo l’Italia, che ospiterà il summit nel 2021. Una posizione che rafforzerebbe l’India all’interno del forum internazionale che si terrà a Roma e a Nuova Delhi nei prossimi due anni. “Amendola ha affermato che l’Italia sostiene l’appello del primo ministro Narendra Modi, lanciato durante il vertice ‘virtuale’ del G20 che si è tenuto il 26 marzo, di riformare organismi come l’Oms per soddisfare le esigenze di un mondo che è in continuo cambiamento”, si legge sull’Hindustan Time.

    “I criteri dell’Oms in questa crisi non hanno funzionato come previsto, per questo è necessario aprire un’indagine indipendente su ciò che è accaduto in Cina, che è stato il punto di partenza dell’emergenza di Covid-19”, ha detto Amendola al quotidiano. “Il vostro primo ministro aveva ragione, perché l’attuale ordine globale e i suoi organismi multilaterali non tengono conto dei rischi e delle opportunità legate al periodo che stiamo attraversando. Credo che l’Oms non abbia funzionato correttamente, perché ci sono stati molti ritardi e molti problemi”, ha aggiunto.

    In un’intervista rilasciata al Foglio il 7 maggio scorso, invece, il ministro per gli Affari Europei in quota Pd si era limitato ad attribuire la responsabilità di una fuorviante e tardiva condivisione delle informazioni alla Cina, rilanciando la proposta della commissione d’indagine indipendente, alla quale “anche il presidente Conte era tutt’altro che ostile”. E aveva solo accennato alla complicità dell’Oms nell’assecondare i silenzi di Pechino. “Ho ancora salvato sul mio cellulare un tweet che l’Oms fece il 14 gennaio, in cui le autorità cinesi negavano l’evidenza della trasmissione da uomo a uomo del Coronavirus”, aveva detto, senza menzionare un’idea di riforma.

    Oggi invece, nell’intervista rilasciata all’organo di stampa indiano, accusa in modo più chiaro l’Oms, unendosi al coro di chi sostiene che l’Agenzia delle Nazioni Unite per la Salute debba essere rinnovata una volta rientrata l’emergenza, nonostante in Italia – dove al fianco del ministro Speranza siede proprio un rappresentante dell’Oms in qualità di consulente, il virologo Walter Ricciardi – il governo non si è mai lamentato del suo funzionamento. A partire dall’esplosione della pandemia, l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite ha ricevuto diverse critiche, tra cui quella di essersi fidata troppo dei dati forniti dalla Cina, come faceva notare anche Amendola citando il Tweet del 14 gennaio. Bisognerà infatti aspettare fino al 30 dello stesso mese perché l’Oms lanci il primo vero campanello d’allarme sul virus. Prima delle dichiarazioni del ministro, dagli esponenti dell’esecutivo giallo-rosso non è mai arrivato nessun annuncio sulla volontà di chiedere una riforma dell’Organismo Onu.

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