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    Lombardia, Gallera: “Tagliando i posti letto Covid ho fatto ripartire la sanità: lo rivendico”

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 21 Ott. 2020 alle 10:41

    Lombardia, Gallera: “Tagliando i posti letto Covid ho fatto ripartire la sanità”

    “In Lombardia, per la pandemia da Covid-19, erano state messe in stand-by milioni di prestazioni. A questo punto, io rivendico la scelta di aver dato ai direttori degli ospedali, come obiettivo, il recupero di quelle prestazioni”: l’assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera, risponde alle polemiche degli ultimi giorni, dopo che è emerso che nella sua Regione sono stati dei bonus ai manager che hanno riconvertito i letti dei reparti Covid per dare la possibilità agli altri pazienti di recuperare le prestazioni non erogate durante la prima ondata. E in un’intervista a Repubblica precisa: “Non abbiamo smantellato nulla, quei posti in poche ore possono tornare da ‘non Covid’ a ‘Covid’. Cosa avrei dovuto dire agli ospedali, non riaprite le sale operatorie?”.

    “Ci siamo ritrovati dopo il lockdown – ha continuato l’assessore – con un calo del 19 per cento dei ricoveri e del 30 per cento delle prestazioni ambulatoriali. Adesso la situazione in Lombardia è meno critica che in altre regioni. I numeri assoluti qui sono più alti perché la Lombardia ha più abitanti. Ma a domenica scorsa qui avevamo un ricoverato ogni 9.389 abitanti. In Campania erano uno ogni 6.800, nel Lazio uno ogni 5.345, in Liguria uno ogni 3.858, in Piemonte uno ogni 5.884. Ci sono almeno dieci regioni in una situazione peggiore rispetto a noi, stiamo gestendo l’emergenza. Che vuol dire controllare il contagio ed evitare che gli ospedali debbano bloccare l’ordinario”.

    Gallera, inoltre, rassicura sulla tenuta del sistema sanitario della Lombardia durante questa seconda ondata di Coronavirus: “Si stanno riconvertendo alcune attività ordinarie, ma non siamo al blocco totale come la scorsa primavera. Quando, in un mese, siamo passati da poco più di 700 letti di intensiva a 1.800, da mille a 12 mila posti di Pneumologia. Siamo in grado di far fronte all’emergenza. Questa settimana riapriremo anche i reparti della Fiera di Milano e di Bergamo, dove ci sono altri 300 posti. A giugno abbiamo approvato un piano per raddoppiare le terapie intensive in modo strutturale ed evitare di trasformare i letti ‘non Covid’ in ‘Covid’ bloccando l’ordinario. Lo abbiamo mandato al ministero che ha dato l’ok a fine luglio: da allora, però, siamo in attesa del commissario Arcuri, che solo venerdì scorso ha nominato le aziende che faranno da enti attuatori. I ritardi non sono nostri”.

    Sulle difficoltà, denunciate qualche giorno fa dall’Ats di Milano, sul contract tracing, Gallera spiega: “Delle migliaia di casi che stiamo trovando, il 90 per cento sono asintomatici, segno che le diagnosi avvengono grazie al contact tracing. La situazione di Milano è difficile, ma ci sono più di mille contagi al giorno nell’area metropolitana. Se consideriamo che ognuno ha almeno una decina di contatti stretti, l’Ats ogni giorno dovrebbe fare dalle 7 alle 10 mila chiamate di tracciamento. Il personale è stato potenziato, si è passati da 40 a quasi 200 operatori, ma i numeri sono enormi”.

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