L’economista Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, ha escluso la possibilità di diventare nuovo premier dopo l’apertura della crisi di governo con le dimissioni ufficiali del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Chi spera in un governo guidato da me resterà deluso. Perché la soluzione è un Conte ter, con una maggioranza simile a quella che ha sostenuto l’ultimo esecutivo. Se non ci riescono, allora vedo le elezioni“, ha detto Cottarelli in un’intervista a La Stampa.
Cottarelli si dice “meravigliato da questi tira e molla“, che secondo la sua opinione rischiano di rallentare il piano Recovery italiano. La priorità principale, per l’Italia, sostiene l’ex commissario alla Spending Review, è approvare il Recovery Plan insieme ad “alcune delle riforme necessarie al Paese per portare la crescita a quel 2 per cento l’anno che ci consentirebbe di recuperare il tempo perduto”.
Sul punto in Europa c’è molta preoccupazione. “Penso che i soldi ce li daranno comunque, l’Unione europea farà osservazioni ma il piano sarà approvato”, dice Cottarelli. “Il problema riguarda il periodo successivo, è sull’esecuzione che vedo incertezze”, aggiunge.
Il nome di Carlo Cottarelli circola tra quelli che potrebbero essere chiamati dal Quirinale a formare un governo istituzionale come premier nel caso in cui dovessero fallire le trattative per un Conte-ter. Tra gli altri papabili nomi ci sono quelli di Mario Draghi, ex Presidente della Banca Centrale Europea (Bce), e Marta Cartabia, ex Presidente della Corte Costituzionale.
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