Mara Carfagna corteggiata con insistenza da Carlo Calenda. Nulla di sentimentale, ovvio: l’ex ministro sognava un sodalizio che rafforzasse il suo progetto di “grande partito liberale riformista”. Calenda era così convinto, da mettere nero su bianco persino i termini di un accordo: a Mara sarebbe andata la leadership (con lui presidente) e ai suoi dirigenti di riferimento un terzo delle cariche dirigenziali (e, prunaio, delle liste elettorali). La Carfagna avrebbe aggiunto il suo indubbio appeal politico a quello di Azione che dopo le elezioni capitoline è primo partito a Roma, quotata al 4% da quasi tutti gli istituti demoscopici. Eppure, dopo la generosa offerta, colpo di scena: “Grazie, ma resto in Forza Italia”.
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Così la Carfagna ha scaricato Calenda
Mara amara, bye bye Carletto. Dalla rubrica "Top secret" sull'ottavo numero del settimanale TPI-The Post Internazionale, in edicola dal 5 novembre
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