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    Cos’è l’effetto Bandwagon

    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 30 Set. 2022 alle 14:58 Aggiornato il 4 Ago. 2023 alle 14:59

    Quattro forze politiche sono arrivate prime negli ultimi quattro voti di portata nazionale in Italia. Nel 2014 fu il PD di Renzi, nel 2018 i Cinque Stelle, nel 2019 la Lega di Salvini e, oggi, tocca a Fratelli d’Italia. Al di là delle considerazioni che si possono fare su come le forze con maggiore consenso gestiscano questa popolarità, c’è un principio che ha trovato terreno fertile nella politica italiana, e si tratta del cosiddetto “effetto bandwagon”.

    Traducibile come “effetto carrozzone”, nelle elezioni si osserva quando la maggioranza degli elettori indecisi scelgono nella fase finale quello che ritengono abbia maggiori possibilità di successo. Analizzando i dati delle ultime tornate, vediamo come spesso il primo partito non solo abbia chiuso con ampio distacco sul secondo, ma abbia anche ottenuto risultati superiori agli ultimi sondaggi prima del silenzio. Tra questo quattro casi, Fratelli d’Italia è stato l’unico partito a non raggiungere il 30 per cento: è probabile che tale effetto, pur riscontrabile anche stavolta, sia stato limitato dall’affluenza particolarmente bassa.

    L’opposto dell’effetto bandwagon è il cosiddetto “effetto barrage”, ossia sbarramento, che indica invece la tendenza dell’elettorato in contrasto col favorito di turno a schierarsi col suo principale oppositore. In poche parole, qualcosa di simile al famoso “voto utile” auspicato da Enrico Letta sul PD, ma stavolta senza risultati particolarmente positivi.

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