Era lo scorso 31 gennaio 2020 quando l’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte dichiarava lo stato d’emergenza per la durata di 6 mesi per via dell’emergenza Coronavirus. Stato d’emergenza che il governo ha prorogato ora fino al 15 ottobre. Attraverso lo stato d’emergenza sia a Palazzo Chigi che alla Protezione Civile sono conferiti “poteri straordinari” o “speciali”, motivo per cui due partiti della maggioranza, come Pd e Iv, hanno domandato a Conte delle garanzie da fornire al Parlamento.
Garanzie che, in sostanza, si concretizzano attraverso la richiesta di un decreto che fissi il perimetro entro cui si muoverà il governo nei prossimi mesi. Stefano Ceccanti, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali, a tal proposito ha dettato all’esecutivo cinque punti al fine di delimitare il potere d’intervento del premier attraverso i dpcm, mentre invece l’opposizione si è dichiarata contraria alla proroga. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, infatti, ritengono che questa possa essere utile solo ad ampliare i poteri del presidente del Consiglio. Ma cosa prevede la proroga dello stato d’emergenza in Italia fino al 15 ottobre? Cosa cambia per i cittadini?
Proroga stato d’emergenza: cosa prevede
La proroga dello stato d’emergenza, in sostanza, permetterà in primo luogo al governo di istituire, in caso di gravi focolai, nuove “zone rosse”, e di reperire posti letto per i pazienti, in vista di una eventuale seconda ondata di contagi, in alberghi e caserme. Consentito, poi, il blocco di voli da e per Stati considerati a rischio: palazzo Chigi, inoltre, potrà individuare nazionalità che, proprio per via del rischio epidemico, non sono ammesse in Italia.
Il provvedimento dell’esecutivo, inoltre, consentirà di acquistare il materiale necessario a far ripartire in sicurezza la scuola: si parla dunque di mascherine, gel, banchi, distanziatori di plexiglass. Con la proroga, inoltre, sarà possibile saltare alcuni passaggi per l’affidamento degli appalti che seguono percorsi agevolati.
La proroga dello stato d’emergenza, infine, riguarda anche lo smartworking: ai dipendenti pubblici e privati viene infatti consentito di continuare a lavorare da casa secondo le modalità concordate con l’azienda. I dipendenti della PA, in particolare, potranno rimanere in smartworking fino al 31 dicembre.
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