Coronavirus, Gallera: “Rifarei delibera Rsa. A Milano nessuna zona rossa”
L’assessore al Welfare e alla Sanità della Lombardia, Giulio Gallera, è tornato a parlare dell’emergenza Coronavirus e a rispondere ad alcune domande sulle polemiche arrivate in queste settimane sulla gestione degli anziani all’interno delle Rsa. E’ stato proprio nelle residenze degli anziani che i contagi sono aumentati a dismisura, facendo impennare la curva dei morti in Lombardia, dopo che con una delibera la Regione ha deciso di trasferire lì alcuni pazienti positivi al Covid. Gallera, intervenuto nella trasmissione “Aria Pulita” su 7 Gold, ha ammesso che “forse il modello Rsa non aveva le capacità per la gestione dei pazienti Covid”, ma allo stesso tempo ha annunciato che rifarebbe quella delibera “per il bene dei miei concittadini”, piuttosto che “lasciare che 150 persone non trovassero posto in ospedale”.
All’interno della trasmissione, l’assessore al Welfare lombardo – travolto da fiumi di polemiche nelle scorse settimane – ha poi parlato della Fase 2 del Coronavirus, quella che partirà il 4 maggio con una “graduale riapertura di alcuni settori produttivi e di alcuni esercizi commerciali, con la massima prudenza” e ha risposto a una domanda sulla possibilità di istituire una zona rossa a Milano, dove i contagi sono ancora molti: “L’attuale situazione degli ospedali – ha dichiarato Gallera – non giustifica una zona rossa”. Poi, ha rivendicato i meriti dell’amministrazione guidata dal governatore Attilio Fontana: “Il disastro in Lombardia è stato creato dalla bomba atomica che ha investito la nostra Regione, dove all’inizio il virus ha circolato indisturbato. Quello che e è successo qui e come lo abbiamo gestito ha prodotto molto meno morti e danni di quello che è successo a New York, a Madrid, a Bruxelles, altre grandi megalopoli o aree densamente popolate e produttive travolte dal virus che hanno avuto molti più positivi e molti più morti di quelli in Lombardia, a dimostrazione che noi qui abbiamo retto una grande ondata”.
La delibera sulle Rsa
Sul tema delle Rsa in Lombardia, Gallera ha confermato che “i controlli ci sono stati” e che il compito di tale sorveglianza era delle Ats. “E’ chiaro – ha aggiunto – che forse il modello Rsa è un modello che non aveva le capacità per la gestione dei pazienti Covid. Non dimentichiamo che le Rsa sono enti privati, gestiti da soggetti privati o da fondazioni, quindi soggetti che non avevano capacità di affrontare questi temi”. Eppure i pazienti positivi al Coronavirus, nelle Rsa, sono stati inviati proprio dalla Regione Lombardia. “Io quella delibera la rifarei – ha detto Gallera – per il bene dei miei concittadini e perché sono un amministratore per il quale l’unico obiettivo è salvare le persone, ma rispetto alle polemiche sorte dopo forse sarebbe stato meglio lasciare che 150 persone non trovassero posto in ospedale visto che purtroppo i decessi sul territorio sono stati tanti e io oggi sarei meno sotto le polemiche”.
Dopo tutto quello che è emerso dal Pio Albergo Trivulzio e dalle altre Rsa in Lombardia, con i comitati di parenti degli anziani deceduti che chiedono verità e giustizia, la Regione ha istituito delle commissioni d’inchiesta: “Adesso andiamo a verificare la situazione caso per caso”, ha confermato l’assessore al Welfare. “Abbiamo chiesto alle Rsa di accogliere pazienti – ha continuato – con la garanzia che non ci fossero le condizioni di contagio e di ospitare le persone che dovevamo togliere dagli ospedali dove non c’erano più posti letto e barelle, e ricoverare quelle persone che a domicilio non riuscivano a respirare. Sono stati messi in padiglioni e palazzine separate, con il requisito di avere personale dedicato a loro”.
“A Milano nessuna zona rossa”
“Nei pronto soccorso di Milano – ha detto infine Gallera sulla possibilità di istituire una zona rossa nel capoluogo lombardo – ci vanno sempre meno persone con sintomi Covid e in forma più leggera”, dunque il “polso della situazione negli ospedali non ci riporta quel dato di criticità da giustificare la zona rossa per Milano”.
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