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    Coronavirus in Lombardia, Fontana: “Il mio assessore ha sbagliato”

    Il governatore nega qualsiasi errore. E smentisce Gallera sulla zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 23 Mag. 2020 alle 15:15 Aggiornato il 23 Mag. 2020 alle 16:11

    Coronavirus in Lombardia, Fontana nega qualsiasi errore

    Attilio Fontana continua a difendersi a spada tratta da ogni sorta di critica sulla gestione dell’emergenza Coronavirus da parte della Regione Lombardia. E lo fa anche smentendo il suo assessore alla Sanità. In un’intervista rilasciata a Repubblica il governatore leghista afferma che Giulio Gallera “ha sbagliato” sostenendo che la Regione era in grado di istituire la zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, e che invece poteva farlo solo il governo centrale.

    Parlando delle inchieste giudiziarie aperte Fontana ammette che non organizzare la zona rossa è stato “uno sbaglio”. Ma un errore che – precisa – “non può essermi contestato”. “Nella settimana dal 4 al 7 marzo – dice il governatore – ci sono state parecchie interlocuzioni con il ministro Speranza e con il presidente del Consiglio Conte. Arrivarono nella Bergamasca anche carabinieri e militari, poi non so cosa sia successo. Invece della zona rossa che noi chiedevano venne creata la zona arancione in tutta la Lombardia”.

    Sulla vicenda l’assessore Gallera sostiene che avrebbe potuto farlo la Regione. “Ha sbagliato”, è il parere di Fontana. E aggiunge: “Esiste una valutazione giuridica di Sabino Cassese, che parla di iniziativa nelle mani del governo e quest’impostazione è stata confermata dalla direttiva del ministro dell’Interno ai prefetti”.

    Il governatore nega anche errori rispetto all’idea di trasferire i malati nelle Rsa. “Alla nostra richiesta – risponde a Repubblica – hanno aderito solo 15 strutture sulle 708 – che ci sono in Lombardia. E ormai è noto che i test sul sangue, eseguiti con l’Avis, raccontano come il virus circolasse già a gennaio. In ogni caso, se c’era un protocollo preciso per le Rsa, dove abbiamo sbagliato?». In realtà, come ricordato dal giornalista Piero Colparico, al Pio Albergo Trivulzio sono arrivate persone dimesse dall’ospedale di Sesto San Giovanni. “Ma il Pat è una grossa struttura e questi degenti sono andati in uno dei tanti reparti”, è la risposta di Fontana.

    Infine, l’ospedale in fiera. Anche in questo caso il governatore respinge ogni accusa in maniera netta. “La nostra unità di crisi sostenne che serviva trovare una soluzione, avevamo un medico in lacrime che diceva ‘Presto finiranno i posti in terapia intensiva’. È stato realizzato con fondi donati dai privati, abbiamo tutti i rendiconti. Nonostante la Germania abbia sei volte i nostri posti in terapia intensiva, Berlino ha organizzato un ospedale simile. Saranno scemi anche loro?”.

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