Inchiesta parlamentare sulla Sant’Antonio di Piacenza dopo la denuncia di TPI
Il deputato di Sinistra Italiana-Leu Nicola Fratoianni ha annunciato l’intenzione di presentare un’interrogazione parlamentare sulla clinica privata Sant’Antonio di Piacenza, dopo quanto emerso dall’inchiesta giornalistica di Selvaggia Lucarelli su TPI e sul Fatto Quotidiano, trattata anche dal programma Report, che svela come nella struttura sanitaria il Coronavirus stesse circolando già a partire da metà febbraio, senza che il personale facesse uscire nessuna informazione in merito.
“Ora è ancora il momento della necessaria azione per contrastare la drammatica fase di emergenza in tante parti del Paese, ma occorrerà nelle prossime settimane fare luce su tanti aspetti ed episodi troppo poco chiari che sono accaduti in queste settimane in varie parti del Paese”, ha detto Nicola Fratoianni. “Le inchieste giornalistiche delle ultime settimane, ad esempio, su quanto accaduto in una clinica privata di Piacenza, la Sant’Antonino, dovranno avere delle risposte: è vero che già a febbraio se non prima ci fossero pazienti malati di Covid19, nel silenzio più assoluto? È vero che il personale sanitario e i parenti dei pazienti non venissero informati di quanto stava accadendo, senza tutele per la propria salute? È vero che la proprietà ha minacciato il personale che ha cominciato a svelare episodi poco chiari?”, ha aggiunto il deputato Leu.
“Su questa vicenda su cui la giornalista Selvaggia Lucarelli ha scritto su Il Fatto Quotidiano e TPI, di cui ha parlato la trasmissione Report ed altri organi di informazione, presenteremo un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute perché si attivi un’ispezione ministeriale in quella clinica e al ministro della Giustizia affinché la magistratura faccia chiarezza fino in fondo. Serve la massima trasparenza, perché eventuali ambiguità, furbizie, comportamenti irresponsabili non possono essere ammessi in una democrazia in questo periodo terribile”, ha concluso Fratoianni.
L’inchiesta svela che nella clinica privata di Piacenza pazienti, medici, caposala, oss, infermieri e donne delle pulizie, alcuni dei quali collegati ai comuni cluster del focolaio lodigiano, si sono ammalati di Coronavirus forse anche prima di metà febbraio, senza che circolassero informazioni sul contagio. Molti dipendenti hanno lavorato in una condizione di incertezza e paura, scoprendo sempre per vie traverse o confidenze di medici che la malattia stava girando nella clinica e che tanti di loro si stavano ammalando. Fino a quando il 16 marzo una donna, la signora delle pulizie del Sant’Antonio, non viene trovata morta in casa. Da lì i dipendenti hanno cominciato a parlare e denunciare quanto accaduto da metà marzo fino a quella data. “Molte cose, e tutte ben silenziate dalla dirigente assistenziale Nawal Loubadi, dalla figlia del proprietario Lidia Sanna e da tutti i responsabili delle strutture”, scrive Lucarelli su TPI. “Qualcuno era stato contagiato e “andava in ferie” o “veniva messo in malattia” in tutta fretta. Ma “la parola ‘Coronvirus’ era tabù”.
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