Coronavirus, Fontana si difende dagli attacchi: “Clima avvelenato contro la Lombardia”
“C’è un clima avvelenato contro la Lombardia” così il governatore Attilio Fontana si è difeso da chi lo ha attaccato per la gestione dell’emergenza Coronavirus. In un’intervista a La Stampa, Fontana ha anche commentato la scritta “Fontana assassino” apparsa nella giornata di venerdì 15 maggio su un muro di Milano e stigmatizzata da tutto il mondo politico e non solo: “C’è un clima avvelenato che qualcuno ha voluto creare nel Paese. Un clima antilombardo. E chi ha creato questo clima, dovrebbe farsi un esame di coscienza, perché poi i risultati sono questi”. Fontana poi ha smentito una presunta spaccatura con il collega Luca Zaia, governatore del Veneto: “Non è vero che c’è stata una spaccatura. C’era chi voleva l’uniformità delle linee guida per tutte le regioni, come il sottoscritto, e c’era chi voleva che ognuno potesse riaprire come meglio riteneva e non fosse necessario andare insieme. Io ho sostenuto che ci dovesse essere maggiore coordinamento”.
Coronavirus, Fontana con mascherina su Facebook: collega positiva
Sull’ipotesi di commissariare la sanità lombarda, il governatore Fontana ha ribadito che “sarebbe un errore clamoroso. La sanità in Lombardia ha funzionato bene e si è dimostrata efficiente”. Per quanto riguarda le riaperture di bar, ristoranti e parrucchieri, che, secondo quanto stabilito dal decreto del governo (cosa prevede) potranno riaprire dal 18 maggio, Fontana ha dichiarato che “Lunedì non apriremo sicuramente tutto. Le situazioni che riteniamo più pericolose rimarranno chiuse ancora per settimane” aggiungendo che “palestre e musei” per il momento non riapriranno.
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