Coronavirus, Conte alla Camera: “Ci sarà un altro intervento da 25 miliardi per imprese e cittadini”
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto oggi, 25 marzo, alla Camera dei Deputati un’informativa sull’emergenza Coronavirus (segui qui le ultime notizie sull’evolversi dell’epidemia in Italia). Conte ha rivendicato gli interventi adottati finora dal governo, sia in campo sanitario sia in quello economico, dichiarando che i posti in terapia intensiva sono stati aumentati del 63,8 per cento. “Presto saranno trasferiti 500 infermieri nelle aree più colpite”, ha annunciato il premier. Per quanto riguarda le nuove misure economiche che il governo intende mettere in campo ad aprile, dopo il decreto legge Cura Italia, Conte ha dichiarato: “Col nuovo intervento normativo confidiamo di intervenire con uno strumento complessivo altrettanto significativo”: quindi un nuovo intervento da 25 miliardi. Il premier Conte ha parlato di una “probabile recessione dell’intera Europa”. “Ci sarà un ulteriore scostamento del deficit”, ha detto. “La nostra unione monetaria potrà uscire vincitrice dalla lotta contro il Coronavirus solo se le sue istituzioni saranno rafforzate, nel segno della solidarietà e dell’unità”.
Il discorso di Conte
“Signor presidente, onorevoli deputate e deputati, la diffusione dell’epidemia di Coronavirus ha innescato in Italia e in Europa una crisi senza precedenti e ci sta costringendo a misurarsi con un nuovo stile di vita”, ha esordito il premier. “Sono giorni terribili per la comunità internazionale, ogni giorno registriamo nuovi decessi, perdiamo i più fragili, è un dolore che si rinnova continuamente. Non avremmo mai immaginato di vedere sfilare bare con le vittime, ai loro familiari va la nostra commossa vicinanza”.
“Voglio ringraziare la forza straordinaria dei medici e di tutti coloro che rischiano la vita”, ha proseguito Conte. “Nei giorni scorsi mi ha scritto Michela, un’infermiera dell’ospedale Covid di Senigallia, una lettera pubblica a cui non sono riuscito ancora a rispondere. A Michela dico: non ci dimenticheremo di voi e di queste giornate così stressanti”.
“Stiamo lottando contro un nemico invisibile e insidioso, che ci fa sospettare persino di mani amiche e alla fine ci ha costretto a restare a casa. Una sfida al tempo stesso sanitaria, economica e sociale. Coinvolge rappresentanti delle istituzioni ma anche semplici cittadini. Il governo è consapevole che da ogni sua scelta discendono conseguenze immense per la vita dei cittadini, che condizionano anche il futuro della nostra comunità”.
“Verrà il tempo per i bilanci, ma oggi è il tempo dell’azione e della responsabilità dalla quale nessuno può fuggire. La responsabilità massima compete al governo, ne siamo consapevoli, ma è anche di tutti i cittadini, e anche da voi rappresentanti del popolo. In questi giorni siamo chiamati a contribuire al bene comune, attraverso le azioni che abbiamo invocato. Il governo ha agito con massima speditezza. A partire dal 22 gennaio, ben prima che l’Oms dichiarasse il Coronavirus emergenza globale, abbiamo adottato provvedimenti per limitare i contagi”.
Conte ha ricordato tutti i provvedimenti presi dal governo, dalla dichiarazione di emergenza nazionale al blocco dei voli da e per la Cina. Poi ha proseguito: “I primi interventi di impatto-contenimento hanno avuto l’obiettivo di tracciare i contatti stretti e individuare i focolai. Ricordo che il primo caso è stato riscontrato a Codogno, poco dopo i casi sono esposi a 15. Poi un focolaio in Veneto. Sono stato raggiunto da queste notizie mentre ero a Bruxelles, tornato a Roma sono andato alla Protezione Civile. Il giorno dopo ho convocato il Consiglio dei ministri, che ha adottato il dpcm del 23 febbraio, con cui sono state isolate le prime due zone rosse, riguardanti i comuni del lodigiano e Vo Euganeo. Due giorni dopo, preso atto dei casi di contagio, si è intervenuti anche sulle Regioni Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Man mano che perdeva rilevanza il criterio geografico, le misure si sono allargate. E’ subito stato chiaro il rischio del sovraccarico del sistema sanitario. Il governo ha messo in essere tutte le azioni necessarie. La limitazione del contagio è stata da subito la scelta essenziale. Abbiamo sperimentato primi in Europa un percorso normativo per tutelare la salute dei cittadini. Le decisioni si sono sempre basate sui pareri del comitato tecnico-scientifico. Per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale siamo stati costretti a limitare alcune libertà garantite dalla Costituzione, come quella di circolazione, fino a quella di pratiche religiose. E’ questa la ragione della gradualità delle misure, che sono diventate mano a mano più restrittive con l’aggravarsi della situazione. Il nostro ordinamento non prevede un’apposita legislazione d’emergenza, quindi abbiamo dovuto sperimentare in un ambito mai verificatosi. Abbiamo ritenuto lo strumento del Dpcm quello più idoneo, questi ci hanno consentito di modulare le misure, rendendole adeguate rispetto all’obiettivo di ridurre il contagio e garantendo un’uniforme applicazione delle misure. C’è stato il massimo coinvolgimento di Regioni e parti sociali”.
Conte ha citato poi gli ultimi Dpcm, fino all’ultimo del 24 marzo. “La stesura di questo testo, come riportato dalla stampa, è stata di particolare difficoltà, per l’individuazione dei settori produttivi e delle attività indispensabili per il paese”. Il premier ha ricordato le difficoltà del governo nel reperire dispositivi medici e di protezione individuale, anche a causa del blocco delle esportazioni da parte di diversi paesi”.
I posti in terapia intensiva, ha sottolineato Conte, sono stati aumentati del 63,8 per cento. “Trasferiremo con un’ordinanza 500 infermieri nelle zone più colpite”, ha annunciato il premier, “offriranno il proprio contributo” insieme ai medici che hanno risposto al bando.
Il presidente del Consiglio è poi passato a spiegare i contenuti del decreto Cura Italia, con le misure economiche per reagire alla crisi dovuta all’epidemia, definendolo un “primo passo essenziale”. “Col nuovo intervento normativo confidiamo di intervenire con uno strumento complessivo altrettanto significativo”, ha detto Conte, dicendo di non poter ancora fornire delle cifre precise. “Il governo sta valutando tutte le iniziative per assicurare alle famiglie e ai lavoratori tutta la liquidità necessaria per affrontare questo momento di ristrettezza”.
Passando all’Unione europea, Conte ha parlato di una “probabile recessione dell’intera Europa”. “Ci sarà un ulteriore scostamento del deficit”, ha detto. “La nostra unione monetaria potrà uscire vincitrice dalla lotta contro il Coronavirus solo se le sue istituzioni saranno rafforzate, nel segno della solidarietà e dell’unità”, ha detto. “Serve un salto di qualità nella governance dell’Eurozona”. E ha aggiunto: “L’Italia sta lavorando a strumenti di debito comuni dell’eurozona”.
“Continueremo ad operare col massimo coraggio, con la massima fiducia che restando uniti ne usciremo presto”, ha concluso Conte.
Coronavirus, alla Camera ingressi contingentati per il discorso di Conte
Il premier, che nella mattinata di domani, giovedì 26 marzo, riferirà sull’emergenza Covid-19 nell’aula del Senato, ha tenuto il suo discorso alla Camera in un’aula semivuota. I gruppi parlamentari di Montecitorio, infatti, hanno raggiunto un’intesa per far entrare un sesto dei deputati per ciascun gruppo per evitare assembramenti e rispettare, così, le norme che sono state imposte ai cittadini italiani per contrastare l’epidemia di Coronavirus. Dopo l’informativa del premier, ogni gruppo ha a disposizione 10 minuti di tempo per il dibatttito.
L’informativa del premier arriva il giorno seguente la conferenza stampa in cui è stato annunciato il nuovo decreto legge approvato nel pomeriggio di martedì 24 marzo dal Consiglio dei Ministri. Nel decreto (leggi qui cosa prevede), tra le altre cose, regolamenta proprio i rapporti tra l’esecutivo e il Parlamento, oltre che con le Regioni. È stato stabilito, infatti, che il presidente del Consiglio si recherà ogni 15 giorni alla Camera e al Senato per informare e tenere aggiornati i parlamentari sull’emergenza di Coronavirus in Italia.
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Discorso di Conte alla Camera sull’emergenza Coronavirus: cosa dicono gli ultimi numeri della Protezione Civile
Intanto, non migliorano i numeri dell’epidemia di Coronavirus in Italia. Se nel computo dei nuovi guariti c’è stata una lieve diminuzione, nella giornata di ieri, martedì 24 marzo, sono comunque aumentati i morti e il numeri dei contagiati nel totale. Questi i dati diramati dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli: 54.030 positivi (+3.612), 6.820 deceduti (+743) e 8.326 guariti (+894). Secondo i dati, fino ad ora sono 69.176 (+5.249) le persone che hanno contratto il Covid-19 in Italia. Dei 54.030 attualmente positivi, 21.937 (+1.245) sono ricoverati in ospedale con sintomi, di cui 3.396 (+192) in terapia intensiva, mentre 28.697 (+2.175) sono in isolamento domiciliare. Il bollettino di martedì 24 marzo.
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