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    Coronavirus, caso positivo al Cpr di Gradisca. Magi (+Europa): “Stop a ingressi nei centri per rimpatri”

    Il deputato di +Europa, che ha presentato un'interrogazione parlamentare, chiede che siano fermati i nuovi ingressi nei  Centri di permanenza per i rimpatri per i rischi legati all'emergenza Covid-19

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 31 Mar. 2020 alle 18:57 Aggiornato il 31 Mar. 2020 alle 19:49

     

    Coronavirus, caso positivo al Cpr di Gradisca. Magi (+Europa): “Stop a ingressi nei centri per rimpatri”

    Il deputato di +Europa Radicali Riccardo Magi ha annunciato di aver presentato un’interrogazione ai ministri dell’Interno e della Salute sulla situazione dei  Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) durante l’emergenza Coronavirus. Magi denuncia che – sulla base delle informazioni in suo possesso – un cittadino africano che aveva finito di scontare una pena nel carcere di Cremona è stato trasferito al Cpr di Gradisca d’Isonzo, dove è stato messo in isolamento. Sottoposto a tampone diversi giorni dopo, è risultato positivo al Covid-19.

    “Ho presentato un’interrogazione ai ministri dell’Interno e della Salute per chiedere come sia possibile che in una situazione d’emergenza sanitaria come questa ancora vengano effettuati nuovi ingressi nei Cpr dove è evidente a tutti che è impossibile rispettare le misure di sicurezza stabilite dalle stesse autorità”, scrive Magi su Facebook. “Accade addirittura che si dispongano trasferimenti dalle zone più colpite dal contagio. Dalle informazioni che abbiamo il 19 marzo dal carcere di Cremona (una delle zone più colpite dal virus in Italia) un cittadino africano che ha finito di scontare lì la pena è stato portato portato al Cpr di Gradisca. Non si sa se accusasse già dei sintomi, ma nel Cpr viene messo in isolamento e diversi giorni dopo sottoposto a un tampone che è risultato positivo al Covid-19. Passano ancora altri giorni e il 23 marzo si sente male e viene soccorso e portato via in ambulanza”.

    Il deputato di +Europa condivide un video postato sulla pagina No Cpr e no frontiere – FVG, girato all’interno della struttura, che mostra un ospite del centro a terra che si lamenta in preda a dolori. A un certo punto si vedono dei sanitari che indossano tute di sicurezza e che portano via la persona su una barella. La notte tra il 29 e il 30 marzo, i Vigili del fuoco del Comando provinciale di Gorizia sono dovuti intervenire ripetutamente per spegnere alcuni incendi appiccati dagli ospiti del Cpr: i roghi erano stati appiccati in segno di protesta contro le condizioni di ospitalità all’interno del Centro in questo periodo di emergenza per il Coronavirus.

    “Ora sembra addirittura che al Cpr di Gradisca ci sia un secondo caso di contagio, perché anche durante l’emergenza coronavirus, nei Centri di permanenza per i rimpatri e negli hotspot continuano ad arrivare migranti. Pur nella consapevolezza che non c’è alcuna prospettiva ragionevole per eseguire i rimpatri in queste settimane di pandemia globale, non si sono interrotti gli ingressi di migranti irregolari in questi centri”, scrive Magi.

    “È necessario intervenire subito affinché la situazione in queste strutture non diventi esplosiva, bisogna immediatamente sospendere ogni nuovo ingresso in queste strutture e prevedere per le persone trattenute nei CPR delle misure alternative al trattenimento”, conclude. “Dopo le richieste dell’Asgi e delle associazioni del settore, il Governo deve intervenire al più presto per garantire il diritto alla salute dei cittadini stranieri trattenuti e del personale impiegato all’interno della struttura e per evitare che queste strutture si trasformino in focolai di contagio”.

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