Al convegno gli esperti sono tutti uomini, Provenzano: “Non partecipo, è una rimozione di genere”
“Me ne accorgo solo ora, è l’immagine non di uno squilibrio, ma di una rimozione di genere”. Con queste parole il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano ha spiegato l’intenzione di non partecipare più a un convegno virtuale organizzato con amministratori locali ed esperti per discutere sulla ripartenza dopo la pandemia: un confronto al quale però era prevista la partecipazione solo di uomini. Provenzano ha postato su Twitter la foto con l’elenco dei relatori e quella della locandina, dove compaiono solo esperti di sesso maschile.
Nell’elenco sono presenti anche diversi sindaci – tutti uomini – tra cui il primo cittadino di Parma Federico Pizzarotti, quello di Ragusa Giuseppe Cassì, di Lecce Carlo Salvemini e di Salerno Vincenzo Napoli. Anche gli esperti e accademici convocati sono tutti uomini. “Mi scuso con organizzatori e partecipanti, ma la parità di genere va praticata anche così: chiedo di togliere il mio nome alla lunga lista. Spero in un prossimo confronto. Non dimezzato, però”, scrive il ministro nel tweet.
Tra le risposte di apprezzamento per la scelta del ministro, anche quella di Rossella Muroni, deputata di Leu, che scrive: “Bravo Peppe Provenzano che semplicemente ha sentito il disagio di ragionare sul mondo senza il punto di vista femminile”. La senatrice Valeria Fedeli, ex ministra dell’Istruzione, commenta: “Molto bene, serve attenzione e cambiamento“. A organizzare l’incontro è l’Associazione Mecenate 90, che svolge attività di consulenza e di assistenza tecnica verso la Pubblica amministrazione in diversi settori, tra cui gestione dei beni culturali, promozione culturale, sviluppo locale, pianificazione strategica.
In un post su Facebook l’associazione ha chiesto scusa ma ha anche lanciato indirettamente una critica alla scelta di Provenzano di annunciare il un tweet la sua decisione. “I Sindaci, uomini eletti dalla maggioranza dei loro concittadini, sono a capo delle città che abbiamo indagato nel Rapporto “L’Italia Policentrica. Il fermento delle città intermedie” FrancoAngeli editore. Una scelta quindi obbligata”, hanno spiegato. “Gli esperti invitati sono stati individuati fra coloro che ci hanno accompagnato in questi anni nelle attività di ricerca e di studio. Avremmo potuto avvalerci anche di esperte donne e non l’abbiamo fatto. Di questo ci scusiamo”.
“Vogliamo ringraziare le tante amiche e i tanti amici che hanno sostenuto la nostra iniziativa e con noi hanno condiviso il rammarico per una occasione persa su un tema centrale per lo sviluppo di un Paese messo in ginocchio dalla pandemia”, prosegue il post. “Non rinunceremo a proseguire il nostro lavoro. Lo faremo come sempre, cercando di valorizzare le competenze, i talenti creativi che abitano le comunità locali, confrontandoci, nel massimo rispetto, con le idee di tutti. Lasceremo fuori dal confronto non le professioniste, che sono la quasi totalità delle persone che collaborano con noi e che più hanno sofferto per le polemiche di questi giorni, né le nuove generazioni di operatrici culturali che accompagniamo in decine di progetti in tutto il Paese, soprattutto nelle aree con maggiori difficoltà, e che ci hanno espresso sentimenti di stima e di amicizia. Lasceremo fuori solo chi, in malafede, alla ricerca di qualche visibilità, pur conoscendo la nostra storia e il nostro lavoro, ha strumentalizzato un evento fra le centinaia che abbiamo organizzato. Stavamo riorganizzando il panel, considerato che i Sindaci invitati rappresentano le città indagate e quindi non dovevano essere sostituiti, riequilibrando la composizione del gruppo degli esperti, ma non ci è stato dato il tempo di annunciarlo. Andiamo avanti. Perché un evento si può annullare ma i problemi del Paese, e le sue ingiustizie sociali, purtroppo no”.
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