Contratto di governo | Cosa ha fatto il governo fino ad oggi | Cosa ha fatto Salvini
Nel suo primo anno di vita, il governo M5s-Lega ha mantenuto solo 37 delle 317 promesse contenute nel contratto di governo.
Si tratta, in percentuale, di un misero 11.1 per cento. Il dato impietoso arriva da un’analisi del contratto condotta dal sito Pagella Politica.
Le promesse sono state suddivise in “mantenute”, “non mantenute” (categoria che comprende quelle per cui è stata presentata in Parlamento una proposta di legge, ma il cui iter di discussione non è ancora iniziato), “in corso” (le promesse per cui il Parlamento o l’esecutivo hanno iniziato un percorso non ancora completato) e “compromesse” (gli impegni in cui il governo ha fatto l’opposto di quanto firmato nel Contratto).
Contratto di governo | Promesse non mantenute M5s | Promesse non mantenute Salvini
Il computo totale è il seguente: su 317 promesse, 143 non sono state mantenute, 129 sono in corso, 37 sono state mantenute (con una media di una ogni 10 giorni) e 8 risultano compromesse.
Ovviamente il bilancio potrebbe risultate migliore se una parte consistente delle promesse “in corso” venisse poi portata a termine. Al momento, però, si tratta di provvedimenti il cui esito finale è tutto da decifrare.
Andando nel dettaglio, sono state mantenute le due principali promesse contenute nel contratto di governo, ovvero il reddito di cittadinanza e Quota 100.
In materia di giustizia, sono state mantenute solo 3 delle 40 promesse del contratto. Solo 3 su 11 anche per quanto riguarda l’Unione europea.
Su università e ricerca, l’80 per cento dei provvedimenti promessi è ancora al palo (14 su 17).
Contratto di governo | Cosa ha fatto il governo fino ad oggi
“Nonostante i continui annunci del governo – scrive Pagella Politica – anche per quanto riguarda fisco e banche non è (ancora) stato fatto abbastanza: la flat tax – una misura fortemente promossa dalla Lega – non è stata approvata. Tra immigrazione e sicurezza, più della metà delle promesse (21 su 40) aspetta ancora di vedere significativi passi in avanti. Per esempio, il regolamento di Dublino non è stato riformato, così come non è stato introdotto il ricollocamento obbligatorio dei migranti nei Paesi Ue”.
Solo annunci, per ora, la riforma del salario minimo e la riduzione del cuneo fiscale.
“In 8 occasioni, il governo ha addirittura preso provvedimenti in direzione opposta rispetto a quanto scritto nel Contratto – continua il sito di fact checking – Per esempio, finora il voto dell’Italia in sede europea è sempre stato a favore del rinnovo delle sanzioni alla Russia, e non della loro rimozione. Discorso analogo vale per le accise sul carburante: dovevano essere eliminate, ma la nuova legge di Bilancio per il 2019 ha stabilito che il prossimo anno – se non si troveranno altre coperture – aumenteranno”.
“Così come l’Iva. ‘L’adozione di coraggiose e rivoluzionarie misure di riforma nell’ottica di una riduzione del livello di pressione fiscale’, a un anno dall’insediamento dell’esecutivo, è una promessa ‘Compromessa”’: come ha certificato lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2019 la pressione fiscale è aumentata di nuovo dopo sei anni. Discorso analogo vale per ‘l’allineamento agli standard di protezione internazionale’: l’eliminazione della protezione umanitaria – entrata in vigore con il “decreto Sicurezza” – va nella direzione opposta, essendo presente in 21 Paesi Ue”.